Giornata in porto
|
Naturalmente, quando eravamo in porto la nostra attività preferita (in effetti lo scopo primario del nostro viaggio!) era di visitare il posto, e questo poteva svolgersi in molti modi, sia girando a piedi od in bicicletta nelle immediate vicinanze, e sia noleggiando un'auto o assoldando un accompagnatore, o partecipando a gite organizzate, a volte predisposte dal Rally ed altre volte organizzate dai partecipanti stessi.
Finalmente all'ancora in una località di Paradiso (in questo caso le Tonga), ci sono mille cose da fare prima di potersi godere la sosta!
- PRATICHE DI IMMIGRAZIONE: in Europa abbiamo perso
l'abitudine alle frontiere, ma non appena si lasciano le Isole Canarie, ritorna
l'incombenza di effettuare le pratiche di immigrazione e dogana ad ogni arrivo o
partenza tra due Paesi diversi (ed ai Caraibi praticamente ogni isola è uno
stato a se). Non esistono regole fisse, tipicamente occorre visitare dogana,
immigrazione, ed a volte anche l'autorità portuale e l'ufficiale sanitario, a
volte attendendo a bordo la visita dei funzionari incaricati (e guai a
scendere!) altre volte visitando i vari uffici in un ordine tanto preciso quanto
spesso non ben noto, e non è affatto detto che i vari uffici siano vicini tra
loro! Tranne in due casi, non abbiamo avuto richieste più o meno esplicite di "regali" che andassero al di là di una bibita; normalmente siamo stati trattati con cortesia ed una ragionevole efficienza, ma il processo è comunque lento ed è perfettamente normale perdere una mezza giornata all'arrivo e poco meno alla partenza (sapevamo già dove andare!). L'appartenenza ad un Rally talvolta ci ha aiutato, se non altro a conoscere quale fosse la procedura corretta, ed in alcuni casi (p.es. Tonga) gli organizzatori sono riusciti ad ottenere dalle autorità locali l'espletamento delle pratiche in un ufficio unico organizzato appositamente per noi, oppure hanno assoldato un agente che ha svolto le pratiche per tutti. - PROCURARSI DENARO LOCALE: tranne nei rari supermercati e negli alberghi, in quasi tutti i luoghi visitati gli acquisti dovevano essere tutti pagati in contanti, e preferibilmente in valuta locale. Appena superato lo scoglio dell'immigrazione dunque, la prima missione era solitamente "Trovare una Banca" o meglio ancora un Bancomat! Per fortuna nella grande maggioranza dei casi questo si è rivelato non essere un problema, in tutto il viaggio solo una volta, appena arrivati ad Antigua, siamo andati a prelevare dei soldi in una Banca, giusto per scoprire poi l'esistenza di un Bancomat nel vicino supermercato! Qualche rara volta abbiamo dovuto farci cambiare un po' di valuta (dollari o Euro) da un negoziante o da un Hotel. ...ed a questo punto la prima giornata è andata! Prima di dedicarsi al turismo tuttavia, era opportuno dare la precedenza ad una lunga serie di attività: - se la permanenza nel Paese era sufficientemente lunga, procurarsi delle SIM-card (o a volte dei telefonini completi) locali: oltre a permettere di chiamarci l'un l'altro a basso costo, in genere i telefoni locali hanno tariffe per le chiamate verso l'Europa molto inferiori a quelle dei nostri operatori domestici. Inoltre, essendo tessere prepagate, ci permettevano di tenere sotto controllo la spesa. - informarsi sulla procedura per fare rifornimento di carburante: a volte c'era un distributore accessibile con la barca, in altri casi qualche intraprendente locale offriva un servizio sia venendo sottobordo con una bettolina oppure andando a riempire le nostre taniche, ma c'erano anche casi in cui dovevamo arrangiarci a portare a terra le nostre taniche per andarcele a riempire a qualche distributore stradale, non necessariamente nelle vicinanze. Nei casi difficili, il rifornimento da solo poteva richiedere una intera giornata! - informarsi sulla possibilità di ricaricare le bombole di gas: questo era raramente possibile nelle immediate vicinanze del porto, così spesso gli organizzatori provvedevano loro stessi, o tramite un servizio locale, a raccogliere le bombole di tutti e portarle a caricare. A volte abbiamo dovuto arrangiarci da soli, come in Oman, e trovare la stazione di ricarica nel bel mezzo del deserto non è stato facile! - un'altra classica incombenza in porto era il bucato: fatto a bordo, se c'era la disponibilità di abbondante acqua fresca, ma anche portando i capi ad un servizio di lavanderia a terra o, raramente, usufruendo delle lavatrici messe a disposizione in alcuni marina. - se c'erano riparazioni che richiedevano l'intervento di professionisti (velaio, elettricista, motorista) tornava molto utile l'organizzazione del Rally che aiutava a localizzare questi rari - ed indaffaratissimi! - specialisti.
Uno specialista al lavoro per riparare le crocette di Shaula3, danneggiate dalla scuffia nel Mar dei Caraibi
Nessuna sorpresa che tutte queste occupazioni potessero
agevolmente tenere entrambi i membri dell'equipaggio occupati per 2 o 3 giorni,
se non di più! Intanto, cominciavamo ad esplorare i dintorni e ad informarci su
cose come: Se le necessità del turismo o degli approvvigionamenti lo richiedevano, eventualmente provvedevamo anche a noleggiare un'auto, a volte addirittura per l'intera durata della nostra permanenza. ...ed infine, il riapprovvigionamento di vettovaglie di ogni genere, che richiedeva varie visite ai negozi o mercatini locali (un'esperienza da non perdere!) e quando possibile una o più visite ai centri commerciali dove era possibile rifornirci di quei prodotti solitamente non reperibili nei piccoli negozi. ....e finalmente, con la coscienza a posto ed il portafogli pericolosamente dimagrito, potevamo dedicarci a visitare il paradiso nel quale eravamo arrivati già da qualche giorno!...
|
Webmaster: Gianfranco Balducci - email: gfbalduc@tin.it Last Update: 11/11/2014 The
Shaula4 website (text and images) by Gianfranco Balducci is licensed under a |