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 Impianto


 

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IMPIANTI ELETTRICI:

Normalmente, il proprietario non ha bisogno di preoccuparsi più di tanto a proposito dell'impianto elettrico di bordo: oggigiorno è lecito attendersi che il cantiere faccia una realizzazione a regola d'arte con materiali di qualità ed utilizzando cavi di dimensione adeguata a scongiurare qualunque pericolo di surriscaldamento.

Inoltre, le normative tecniche emanate negli anni '90 dalla Comunità Europea garantiscono che una imbarcazione costruita secondo quelle regole sia ragionevolmente sicura.
 


Un quadro elettrico realizzato come si deve su Shaula3 (Alubat OVNI 385)
 

Diverso può essere il caso per imbarcazioni costruite prima dell'avvento delle norme Europee, in un'epoca in cui l'impianto elettrico su una barca a vela era destinato ad alimentare poco più delle luci di via, come è stato il caso per noi con Shaula4:
 

Altri tempi, altra sensibilità alle esigenze di un impianto elettrico ben fatto: il groviglio di fili dietro al quadro di Shaula4!

Tenendo a titolo di buon esempio le soluzioni viste su Shaula3, facendo riferimento alle norme Europee e con l'ausilio di buoni manuali sull'argomento (in particolare l'ottimo "Boatowner's Mechanical and Electrical Manual" di Nigel Calder), abbiamo potuto procedere al rifacimento dell'impianto.
 

La zona strumenti ed il quadro di distribuzione di Shaula4 dopo i lavori di rifacimento
 

Un impianto di distribuzione ordinato, coi fili di sezione appropriata, interruttori e sezionatori di qualità, garantisce diversi obiettivi:

  • minimizzare il rischio di incendio a seguito del surriscaldamento di fili sottodimensionati
     
  • ridurre il rischio di malfunzionamenti causati da componenti ossidati o difettosi
     
  • facilitare la ricerca-guasti
     
  • assicurare la protezione dell'equipaggio dal rischio di fulminazioni
     
  • prevenire fughe di corrente verso l'acqua, con conseguente rischio di correnti galvaniche
    (problema particolarmente critico per scafi metallici)

LE BATTERIE:

abbiamo parlato del dimensionamento delle batterie, ma non del TIPO di batterie: Piombo-Acido, AGM, GEL o altri tipi ancora più esotici?
 

Il parco batterie di Shaula3: 4 normalissime batterie Piombo-Acido del tipo a "bassa manutenzione"
 

Sull'argomento sono stati scritti dei libri, non è certo il caso di ripetere tutta la storia in questa sede; avevamo dibattuto a lungo il problema al tempo di Shaula3: avendo in vista navigazioni impegnative, col rischio di incidenti, c'erano dei buoni argomenti a favore di batterie al Gel, che sono molto meno a rischio di perdite di acido anche in caso di capovolgimento.     Purtroppo ci sono anche i problemi, prima di tutto il prezzo molto elevato e poi la necessità di disporre di apparecchi per la ricarica adatti a questo tipo di tecnologia.

Alla fine, ci siamo accontentati della soluzione più semplice: normali batterie automobilistiche del tipo sigillato (cosiddette a "bassa manutenzione"), poco costose e che sfruttavano perfettamente lo spazio disponibile a bordo.    Durante il giro del mondo queste batterie hanno subito come minimo un migliaio di cicli; una di queste 4 batterie si è guastata alle Isole Tonga, forse a seguito del capovolgimento causato dalla scuffia subita nel Mar dei Caraibi, e l'abbiamo potuta sostituire in Australia con una analoga; per il resto nessun problema, ed al ritorno dal viaggio le batterie sono state sostituite con una spesa contenuta: vale veramente la pena di scervellarsi con soluzioni più complesse e costose?
 

SEZIONATORI:

le norme sono categoriche: sia sul circuito a 220V proveniente dalla banchina (o da eventuali gruppi elettrogeni o inverter) che sui circuiti a 12 V provenienti dalle batterie, è essenziale inserire dei sezionatori o interruttori automatici che siano in grado di interrompere il flusso di corrente anche in caso di corto circuito.     E' importante che questi dispositivi siano il più vicino possibile alla sorgente della alimentazione, compatibilmente con l'esigenza della accessibilità: non servirebbe ad un gran che un sezionatore manuale posto vicino alle batterie, ma sepolto sotto ad una cuccetta ingombra di materiali!
 

Le norme richiedono un interruttore differenziale entro 50 cm. dalla presa di banchina, e sezionatori il più vicino possibile ai terminali delle batterie purché facilmente accessibili

Il problema è che in questo modo il tratto di cavo che va dalla batteria ai sezionatori, ed in qualche misura anche il cavo che prosegue fino al quadro elettrico, non sono interrompibili in caso di corto circuito (o perlomeno non sono protetti da una protezione automatica istantanea).    L'ideale sarebbe di inserire un fusibile di dimensioni adeguate, il più vicino possibile ad ogni banco di batterie, il problema è il solito: se un fusibile salta "nel momento sbagliato" andarlo a sostituire sotto la solita cuccetta ingombra non è un'operazione rapida: un interruttore automatico (simile a quelli che si usano per il verricello salpancora) è una alternativa interessante, anche se anch'esso non è facilmente raggiungibile, almeno si ripristina in un attimo.
 

STRUMENTI DI CONTROLLO:

Anche su una barca con un impianto molto semplice, almeno un Voltmetro e possibilmente un amperometro sono molto utili per tenere sotto controllo lo stato di carica delle batterie e la corrente che le batterie stesse stanno erogando o ricevendo; da diversi anni si sono diffusi degli strumenti elettronici che forniscono una analisi un po' più sofisticata, indicando lo stato di carica di ciascun banco di batterie, il tempo che manca prima di dover ricaricare, gli Amper-ora erogati, eccetera.     Indispensabili?   No, ma utili certamente!
 

Strumento per la gestione delle batterie (Sx)                           e (Dx) strumento segnalatore di fughe verso lo scafo

Su una barca dallo scafo metallico, un altro strumento è assolutamente indispensabile: un segnalatore di fughe di corrente verso lo scafo.

Perché è importante?  Perché se dei circuiti elettrici sono in contatto con lo scafo, possono verificarsi delle circolazioni di corrente attraverso l'acqua, provocando corrosione elettrolitica!   Inoltre, e non è un problema da poco, se il contatto con lo scafo riguarda i circuiti a 220V, può accadere di avere lo scafo in tensione, mettendo in grave pericolo l'equipaggio o persone che facessero il bagno nelle vicinanze della imbarcazione.

 

 

Webmaster: Gianfranco Balducci - email: gfbalduc@tin.it

Last Update: 07/09/2017

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