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10/03/2009
MARSE, KHOR, SHARM...
Siamo all'ancora in una marsa! Anzi, per essere precisi in un khor, che sarebbe
una marsa alla foce di uno uadi (complicati, da queste parti!!
Per la precisione, siamo ancorati a Khor Shin'ab, una enorme insenatura sinuosa
che si estende per due o tre miglia entroterra, lungo la costa settentrionale
del Sudan. Tutt'intorno il deserto, punteggiato di collinette rocciose. In
lontananza, una pista percorsa da qualche veicolo militare e qualche dromedario.
(sinistra) Shaula, sfruttando il suo basso
pescaggio, guida la fila di barche all'ingresso di Khor Shin'ab, dove resteremo
ancorati 3 giorni (destra)
Il luogo è spettacolare, anche se il motivo per cui ci siamo fermati era la
previsione di vento forte da nord, che puntualmente è arrivato mentre stavamo
ancorando (quando si dice il tempismo!...).
Siamo in 9 barche ancorate in questa insenatura, ed altre 3 sono in una marsa
poche miglia più a nord; altre 4 o 5 barche sono ancorate in Egitto, poco a nord
del confine: situazione tipica in Mar Rosso in questa stagione: quì il vento
soffia da nord ovest tra i 20 ed i 50 nodi (!!!...) la maggior parte del tempo,
e quando và bene cala a 10/15 nodi per un paio di giorni durante i quali bisogna
approfittarne per filare a nord.
Finora, abbiamo avuto una bella fortuna col vento costantemente da sud fin quasi
in Egitto, non poteva durare!!
Ieri, siamo arrivati fino all'imboccatura della marsa spinti da un vento da
Sud-Est a 20 nodi, e mentre entravamo è girato a nord; panorama spettacolare, ma
ridosso niente: le basse collinette circostanti non riparano per nulla e ci
mandano un mucchio di sabbia, e quando il vento è aumentato a quasi 40 nodi per
un'oretta, la nostra fedele àncora ha cominciato ad arare!! C'è voluto del bello
e del buono per tirarla su, col motore al massimo dei giri per cercare di tenere
la prua al vento, e poi ancorare di nuovo con quel po pò di vento e reef da
tutte le parti!
Non oso neanche pensare a rifare una simile manovra di notte, col chartplotter
che ci mostra nel mezzo del deserto! Si, perchè gli ultimi rilievi su queste
coste risalgono al 1834, nessun governo ha mai voluto cacciare i soldi per
documentare meglio queste coste, a parte i pochi pericoli che interessano anche
le navi che transitano al largo. Quì si naviga a vista!
Abbiamo sabbia dappertutto, se continua così potremo piantare un ombrellone in
pozzetto!!
14/03/2009
SABBIA...
Abbiamo sabbia dappertutto, perfino il lato sopravento del sartiame è marrone,
tutte le cime sono marrone, e le nostre magliette sono piene di sbaffate
marrone, è una battaglia persa in partenza!!
Dopo tre giorni tappati dentro ad una marsa con un vento che soffiava fino a
quasi 40 nodi (il deserto non è un gran ché, come ridosso!) i bollettini hanno
dato tre giorni di vento leggero, e siamo tutti partiti verso nord nella
speranza di arrivare fino a Port Ghalib, un marina sulla costa Egiziana.
Shaula in navigazione nel Mar Rosso
Dopo un giorno e mezzo, i bollettini sono cambiati, annunciando l'imminente
ritorno del vento forte, per cui abbiamo puntato verso costa e siamo venuti ad
ancorarci a Port Berenice. Non è realmente un porto, ma solo una ampia
insenatura; il porto c'era 2300 anni fa, e Berenice era la madre dell'allora
sovrano Tolomeo II, ma da allora il posto ha perso la sua importanza e c'è solo
sabbia in abbondanza!
Vien da chiedersi come faccia ad esserci ancora sabbia nel deserto, ormai
dovrebbe essersi svuotato!!
Fuori soffia ad oltre 25 nodi, il peggio dovrebbe essere domani, si passa il
tempo riposando e facendo lavoretti. Forse potremo ripartire martedi o mercoledi
prossimi...
23/03/2009
BUROCRAZIA MILLENARIA...
L'Egitto era un grande stato organizzato, con un efficiente apparato statale,
già la bellezza di 5000 anni fà.
Da allora, il sistema ha continuato a complicarsi, e purtroppo ancora ai nostri
giorni l'apparato burocratico egiziano raggiunge dei livelli di macchinosità
difficilmente eguagliabili.
(sinistra) all'ingresso di Port Ghalib questa
vista ci ricorda quanto siano pericolose queste coste! (destra) Baby si rilassa
all'arrivo in porto
Quando siamo arrivati giovedi scorso, l'ufficio del Marina di Port Ghalib,
l'unico che è abilitato ad effettuare tutte le pratiche burocratiche senza
costringere il navigante a servirsi dei costosi agenti (o a districarsi da solo
tra i mille uffici e le varie richieste di baksheesh...) ci ha subito avvisato
che le pratiche per il permesso di navigazione si sarebbero potute fare solo
domenica mattina, perchè gli uffici competenti, che si trovano ad Hurghada, sono
chiusi venerdi E sabato!...
Tutti moccoliamo, perchè le previsioni indicano un peggioramento del tempo per
lunedi, e può essere che una partenza domenica non sia possibile a causa del
meteo, ma tanto non possiamo farci niente, e ci godiamo Port Ghalib, che è una
località per turisti, artificiale ma carina ed accogliente, e dotata di numerosi
ristoranti di buon qualità, anche se un po' costosi.
Arriva domenica mattina, ed il meteo indica che il previsto maltempo arriverà
solo lunedi notte, quindi ci precipitiamo tutti in ufficio a raccogliere le
nostre scartoffie, solo per scoprire che l'ufficio di Hurghada ha il fax senza
carta (!!!...) e non si sa quando potremo avere i nostri documenti, forse più
tardi o forse domani!!!
Moccoliamo tutti, ma dopo un paio d'ore di inutili insistenze ci rassegnamo alla
sosta, e qualcuno addirittura prenota una gita per i prossimi giorni.
Poi, alle 15:00, l'imprevisto: i documenti sono arrivati!! Qualcuno ormai ha
rinunciato, ma in 5 o 6 decidiamo che, al diavolo, togliamoci di quì al più
presto, e se arriva il maltempo ci rifugeremo in una marsa da qualche parte!
Ora è metà mattina del lunedi, mancano poche ore all'arrivo, e siamo in calma
piatta!! Tutto sommato, è andata meglio così, essere partiti ieri sera col buio
ci ha risparmiato diverse ore di navigazione controvento!!
La saggezza degli antichi faraoni....
Il Marina di Hurgada, ventoso ma accogliente
03/04/2009
FARAONI...
Impossibile venire in Egitto e non ritrovarsi immersi nella storia antica di
questo paese, dove esisteva una società complessa e tecnologicamente avanzata
quando Troia era ancora una fiorente città sul bosforo ed Atene e Sparta due
floride cittadine...
Pensi alle Piramidi, ed è difficile immaginare che già nel "nuovo regno", 3500
anni fa, il Faraone Thutmosis IV dovette incaricarsi di far disseppellire la
Sfinge, che era già vecchia di 1000 anni...
Lo spettacolare tempio di Karnak
Aggirandosi per Karnak, Luxor e la vicina Valle dei Re, alcuni nomi ricorrono
più spesso, e sono quelli di alcuni dei Faraoni più famosi: Hatshepsut, la
vedova del faraone che regnò per alcuni anni prima come reggente in nome del
figliastro Thutmosis III, ancora giovane, e poi si autoproclamò Faraone,
facendosi rappresentare in abiti maschili nei numerosi monumenti che si fece
erigere.
(sinistra) il tempio funebre di Hatshepsut e
(destra) una inevitabile gita in feluca lungo il Nilo
E lo stesso Thutmosis III, che non era un bamboccio: si disfò della matrigna, ne
distrusse a piccoli pezzettini il maestoso tempio e chiuse dentro ad un muro le
due steli (sacre e pertanto intoccabili) da lei erette nel tempio di Karnak, poi
partì per la guerra e portò l'Egitto al massimo della sua espansione.
Ed Amenothep IV, che si ribattezzò Akhenaton ed introdusse la prima religione
monoteista mai conosciuta, con la sua famosa bella moglie Nefertiti, il cui
busto è uno dei monumenti più famosi di tutto l'antico Egitto.
Ed anche se in realtà fù un Faraone di poco conto, Tuthankhamon, nipote e forse
figlio di Akhenaton e morto (forse assassinato) in giovane età, la cui tomba
nella Valle dei Re è l'unica rimasta intatta e ritrovata nel 1922 ancora con
tutto lo straordinario corredo funerario intoccato; si può solo immaginare cosa
potesse trovarsi nelle tombe di re importanti, come Ramesse II per esempio!
Già, Ramesse II, il megalomane che realizzò moltissime opere durante il suo
lunghissimo regno, intitolate a se stesso ed anche (caso rarissimo) alla moglie
Nefertari, e - non contento - attribuì a se stesso anche molti monumenti
preesistenti.
Forse fu lui il Ramesse della bibbia, quello dell'esodo degli Ebrei dall'Egitto.
Tempio di Luxor, una rappresentazione di
Ramesse II
Le rovine dei templi a Karnak e Luxor parlano di una Società ricca e capace di
grandi opere, la cui decadenza cominciò molti secoli prima della fondazione di
Roma: quando Giulio Cesare e Marcantonio vennero in Egitto e furono ammaliati da
Cleopatra (che in effetti era di stirpe macedone, discendendo da uno dei
generali di Alessandro Magno), il regno aveva perso gran parte del suo
territorio e della sua importanza.
07/04/2009
SUEZ!!...
Ce l'avevano detto, le 180 miglia da Hurghada a Suez sono le più dure, il Mar
Rosso si restringe ed il vento soffia sempre forte da Nord-Ovest, con rare pause
di cui bisognerà approfittare prontamente.
Quando siamo tornati dalla gita a Luxor, le previsioni davano poche ore di vento
leggero, poi una giornata di vento forte seguita da un paio di giorni di vento
leggero: la scelta era ovvia, o si partiva subito senza neanche disfare i
bagagli, o si correva il rischio di attendere due giorni, sperando che la
prevista pausa di vento arrivasse poi davvero, perchè i tempi si stanno facendo
tirati per arrivare a Suez entro il 7, come richiesto dal Rally per effettuare
le operazioni di misurazione (poi spiego).
Numerose barche hanno deciso di partire subito, prevedendo di fermarsi da
qualche parte quando sarebbe arrivato il vento forte, mentre noi eravamo stanchi
dal viaggio e non ce la siamo sentita, anche perchè per prepararci a mollare gli
ormeggi, con tubi per l'acqua, filo della corrente, 4 cime di poppa, ma
sopratutto la bici e la passerella da seppellire sotto a tutto il resto nel
nostro enorme gavone (..e per seppellirle bisogna prima TIRARE FUORI TUTTO, e
voglio proprio dire TUTTO!!!) ci vuole un buon paio d'ore di lavoro frenetico.
La nostra decisione è stata poi confortata da Heidenskip, la nave ammiraglia del
Rally coi suoi 20 metri fuori tutto, quando ci hanno riferito per radio di
essersi dovuti rifugiare in una marsa perchè il vento era troppo forte e
sopratutto le onde erano altissime e stavano facendosi pericolose (per loro???
20 metri di barca??!!!...).
Fortunatamente, le previsioni per una volta tanto ci hanno azzeccato e sabato
mattina (4 Aprile, è proprio ora di partire!) il vento è un po' calato e
possiamo prepararci a partire; con calma, perchè il vento dovrebbe calare ancora
nel pomeriggio.
A mezzogiorno molliamo gli ormeggi, usciamo dal porto buoni ultimi subito dietro
a Jupiter, e PAF! si spengono tutti gli strumenti!!! Siamo senza pilota
automatico, ma sopratutto senza GPS ed ecoscandaglio, all'inizio di un percorso
che zigzaga tra i reef!!!
Per fortuna abbiamo Jupiter davanti, così possiamo accodarci a loro con Baby al
timone mentre io cerco di capire dov'è il guasto. E' necessario dire che le
connessioni elettriche e la centralina sono IN FONDO AL GAVONE???
Stavolta è dura, non si capisce dove diavolo sia il problema, ed il rollio non
aiuta a lavorare come un criceto in fondo alla voragine del gavone; mi cade
nell'abisso senza fondo il fusibile dell'autopilota, e naturalmente il fottuto
manuale NON DICE di che valore è il fusibile (anzi, NON NE PARLA PROPRIO!!!).
Metto su un fusibile di un valore qualsiasi, e dopo mezz'ora scopro che
all'interno del coperchio dell'autopilota c'è .... un fusibile di scorta!!!
Per disperazione, provo a togliere dal circuito l'interruttore automatico di
protezione, che è piuttosto rugginoso, e collego direttamente i fili tra di
loro, e .... miracolo, gli strumenti si accendono!! Non è molto sano usarli
senza una protezione, ma non abbiamo molta scelta.
Arrivati ad un ancoraggio poco prima di lasciare la protezione del reef ci
fermiamo per poche ore a tirare il fiato, poi tocca ripartire, confortati dalle
informazioni che arrivano dalle barche davanti a noi: c'è vento, ma non molto
mare e si riesce ad avanzare.
Troviamo esattamente le condizioni descritte, ed in effetti durante la notte il
vento sale fino ad oltre 25 nodi, esattamente in prua, per cui ci tocca andare a
motore nell'esiguo spazio tra la costa ed il limitare della corsia riservata
alle navi; quando la corrente è contraria raggiungiamo appena i 3 nodi, ma si
cammina!
Continuiamo così tutto il giorno, zigzagando attorno alle numerosissime torri
petrolifere, e sentiamo per radio che "Cayuco" ha problemi col motore,
apparentemente entra aria nel circuito del carburante (e se non riesce a trovare
il problema Tony, il meccanico ufficiale del Rally...).
La seconda notte il vento gira a favore ed arriva a soffiare oltre i 20 nodi:
siamo troppo veloci, arriveremmo a Suez col buio, così non è un gran problema
tornare indietro di poche miglia per affiancare Cayuco, il cui motore ora si è
proprio fermato, nell'eventualità di doverlo rimorchiare nelle ultime miglia.
Raggiungiamo Cayuco all'alba, ma nel frattempo Tony ha scoperto il problema (un
filtro carburante, nuovo, che fà entrare aria!!) e così riprendiamo la
navigazione verso Suez in un nebbione (!!!) che nel frattempo si è alzato e non
ci fà vedere neppure le navi all'ancora.
Dopo una breve sosta all'ancora vicino all'ingresso del canale (e meno male che
è stata breve, si rollava come dannati!), riceviamo l'autorizzazione a procedere
per lo Yacht Club (che è all'interno del Canale) e ci precipitiamo con una
decina di barche del Rally per entrare prima che arrivi una nave che vediamo in
lontananza. Tutto bene per noi, ma il motore di "Stargazer" si ferma sul più
bello, e la barca del pilota, subito accorsa, li investe facendo un bel po' di
danni: arrivano allo yacht club col morale sotto i tacchi.
E' FATTA, siamo a SUEZ!!
No no nononononoooo, non potremo dire che è fatta finchè:
a) avremo passato le 80 miglia di canale, da percorrere a palla per fare il
passaggio in un solo giorno, e
b) riusciremo ad arrivare a Creta, quasi 500 miglia di probabile bolina contro
un vento che in questo periodo dell'anno è spesso forte da Nord-Ovest.
P.S. la misurazione: dovrebbe servire a determinare la tariffa per il passaggio
del canale, ma è stata una comica, sono venuti a bordo senza neanche portarsi un
metro che abbiamo dovuto imprestargli, si sono inventati alcune misure ed in 5
minuti se ne erano andati...
(sinistra) da Suez, le piramidi di Giza sono
poco lontane. (destra) la "nave del sole" recentemente scoperta sepolta vicino
alle piramidi
13/04/2009
QANAT AS SUWEISS (CANALE DI SUEZ)
Venerdi sera, la conferma: domani si passa il canale! Faremo il transito in un
solo giorno, per cui si partirà prestissimo, sveglia alle 4!! Siamo fortunati
come al solito, e veniamo estratti per essere la barca di mezzo del convoglio,
quella (insieme alla prima ed all'ultima) con un pilota a bordo, e relative
probabili seccature e richieste di baksheesh.
Sabato mattina, 5:30, tutte le barche hanno mollato gli ormeggi tranne le tre
che devono imbarcare i piloti, perchè uno di loro è in ritardo: il nostro!!
Finalmente il ritardatario arriva, sale a bordo e partiamo a schizzo su per il
canale; non facciamo neanche a tempo ad abituarci alla corrente piuttosto
turbolenta ed a stabilizzare la velocità del convoglio, che procede ancora a
fisarmonica, ed arriva la prima nave che ci sorpassa! Fà un po' impressione, ma
ci abitueremo presto; l'unico problema, l'onda di scia che ci fà ballare, ma per
fortuna vanno piano, solo 9 nodi...
(sinistra) "Neva" e "Marianne" lasciano il
porto mentre arriva un grosso mercantile, ma dopo poco (destra) ci abituiamo:
c'è spazio per tutti!
Una delle barche del gruppo riesce a complicarsi la vita andando a sbattere
contro uno dei miragli che costeggiano il canale (ma come diavolo hanno fatto??
La corrente, un colpo di sonno???...) ed i piloti subito ingaggiano una
furibonda lite sostenendo che è stata danneggiata la luce di segnalazione in
cima al pilastrino. Quelli della barca negano, ma siamo nel canale ed è chiaro
chi ha ragione da queste parti: arrivati ad Ismailia, circa a metà canale, è
arrivata un'altra barca pilota e li ha letteralmente rimorchiati fino ad un
ancoraggio, dove hanno dovuto pagare sull'unghia una multa di 3000 Dollari
altrimenti non li lasciavano proseguire!!!
Ogni poche miglia, la barca pilota che precede il gruppo viene sostituita da
un'altra, ed alcune passano in rassegna tutto il convoglio chiedendo baksheesh
(regalini, mance, tutto fà brodo...); noi avevamo concordato di non dare niente,
ma qualcuno si fà insistente, poi da un certo punto in avanti smettono di
scocciare: ordini dall'alto?
Noi siamo stati relativamente fortunati coi piloti: il primo era un buon
diavolo, un marinaio di rimorchiatore che arrotonda facendo il pilota sugli
yacht (i piloti veri, quelli delle delle navi, sono un'altra categoria ed hanno
un diverso addestramento). Un po' iperattivo, ma almeno si chiacchera e si
stabilisce un rapporto abbastanza cordiale.
Il secondo, un tipo barbuto che praticamente non parlava una parola altro che in
arabo, non ha fatto letteralmente niente per tutto il percorso (ha perfino
dormito un paio di volte!!), a parte ogni tanto URLARE in arabo alla radio coi
suoi colleghi (poteva fare a meno della radio, sicuramente lo avrebbero sentito
lo stesso!).
E' già calato il buio quando scarichiamo senza rimpianti il pilota nella rada di
Port Said, ed usciamo in convoglio lungo il lunghissimo molo: fuori ci attendono
vento forte da Nord-est, onda, ed un CASINO indescrivibile: boe e navi, navi
dappertutto, all'ancora, in movimento da e per il canale, al buio è
difficilissimo raccapezzarsi e non finire addosso a qualcuno o centrare una boa!
Il bollettino prevede forte vento contrario tra un paio di giorni, per cui
bisogna correre! Mettiamo vela, e filiamo in direzione di Creta alla massima
velocità possibile, nella speranza di essere abbastanza vicini per quando il
vento girerà.
Ora siamo a 160 miglia dalla estremità est di Creta, speriamo ancora di farcela
ad essere sottocosta per quando arriverà il vento, domani pomeriggio.
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