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 2013 Jesolo


 

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IL VIAGGIO DI TRASFERIMENTO DA FIUMICINO A JESOLO:


Come sta diventando una abitudine, abbiamo usato come base del racconto i messaggi inviati per e-mail e pubblicati sul blog durante il viaggio, arricchiti con fotografie e, se necessario, testo integrativo in blu.
 

30 Giugno: ieri pomeriggio siamo partiti, e sembravano le comiche finali...

Districati fuori dall'ormeggio in 6 andane, ci siamo diretti lemme lemme verso l'imboccatura del fiume, con un vento fresco da NW quasi in prua.

...e facciamo la prima scoperta: abituati a navigare col chartplotter in pozzetto, farne a meno è un problema, e l'iPAD che dovrebbe fare da ripetitore è un palliativo, oltretutto inaffidabile.

Seconda scoperta, abbiamo totalmente perso il "piede marino": usciti in mare con onde piuttosto formate e vento fresco, ci muovevamo impacciati nel pozzetto ed ogni manovra diventava uno spettacolo da circo.    (Il fatto è che oltre ad essere fuori allenamento, non ci eravamo ancora costruiti quegli automatismi che vengono dalla familiarità con la barca)

Terza scoperta, la strumentazione incompleta (mancano gli strumenti del vento ma sopratutto un autopilota serio) è un handicap; è vero che si navigava così fino a 30 anni fa, ma in equipaggio ridotto l'autopilota vale come una persona in più!

Al tramonto, il vento ed il mare si calmano, rendendo la navigazione meno faticosa

Bon, morale della storia abbiamo sgobbato fino all'alba, quando il vento è calato ed abbiamo potuto attivare l'autopilota più che trent'enne, poi abbiamo deciso di ancorarci a Ponza per qualche ora per riposare un po' e ripartire più tardi alla volta di Lipari.

Siamo stravolti e sembriamo due zombi, ma il piede marino un po' alla volta tornerà!....
 

2 Luglio: Lipari.   Ebbene si, lo confesso, nella scelta delle tappe di questo viaggio-di-trasferimento-che-non-è-una-crociera entrano numerosi fattori sentimental/nostalgici.

L'ultima volta che siamo passati da Lipari è stato con Shaula3, mentre ci dirigevamo verso Gibilterra per partire per il giro del mondo, così sembrava ben augurale fare tappa quì, anche se in effetti l'ultima volta me l'ero goduta poco a causa dei problemi di motore che ci affliggevano.

Nulla è cambiato a Lipari; ci siamo ormeggiati come l'altra volta al pontile de "la buona fonda", che è il più vicino al paese, comodo anche se un po' disturbato dalla risacca causata dai continui arrivi e partenze di traghetti ed aliscafi, e siamo partiti in esplorazione del paesino, tra negozi che vendono i tipici capperi dell'isola (nota mentale: domani fare scorta!), rosticcerie che offrono pizza ed arancini (altra nota: domani fare assaggio!), qualche ristorante e molti bar che offrono spuntini, e l'occasionale negozio di articoli per turisti (le "alici attonite" spiccano su tutto - e no, sono gioielli e gadget alternativi, non roba da mangiare).

Non abbiamo osato ripetere l'arrampicata fino alla cattedrale, ma toccherà farla...

In serata, cena ai tavolini di un ristorante a Marina Corta (paccheri con pesce spada, spada alla griglia, cassata siciliana...) e salutare camminata per tornare in barca dove c'è ancora un po' di risacca che fa sbattere la deriva (altro lavoro per l'inverno!).

Ora nanna, domani rifornimenti di cibo e carburante, e dopodomani via verso lo stretto di Messina ed il Mar Ionio!

Fin quì la barca si è comportata onestamente, vedremo poi alle prese coi possibili venti contrari del basso Adriatico!,,,,
 

5 Luglio: ieri, l'ostacolo del giorno era costituito dallo Stretto di Messina, una zona di mare che conosciamo poco: l'abbiamo percorso solo una volta con Shaula3, ma avevamo problemi al motore e praticamente lo stretto ha fatto di noi quel che ha voluto!

Il problema sono le correnti, che percorrono il centro del canale (lo stesso, guarda caso, dove passano le navi) anche con velocità di diversi nodi (fatto non trascurabile, per noi che abbiamo un motore da falciatrice, che fatica ad arrivare a 4 nodi e mezzo...).
Ai lati del canale ci sono invece delle controcorrenti (turbolente ed irregolari) per cui il gioco appare semplice: secondo se la corrente principale è favorevole o contraria, ci si posiziona al centro per sfruttare la corrente oppure ai lati per godere della spintarella delle contro-correnti (ed attenzione ai gorghi di Scilla e Cariddi!...).

Si, ma come si fa a sapere gli orari delle correnti?
E cosi scopriamo di avere tabelle e software che ci dicono minuto per minuto il LIVELLO della marea, ma niente che ci dica la DIREZIONE della corrente! Ci sarebbe un ponderoso librone dell'Istituto Idrografico, ma non ce l'abbiamo.

A lume di naso, ipotizziamo che la marea montante scorra verso nord (quindi contraria) e quella calante verso sud, e quindi se l'alta marea termina alle 14, ci si potrebbe aspettare che a quell'ora la corrente si inverta diventando favorevole, giusto?

Giusto? E chi lo sa! La situazione reale è confusa, a volte la marea ci frena ed a volte ci spinge, l'impressione è che sul lato calabro sia "meno contraria" che sul lato siculo, comunque si passa ed all'uscita ci aspetta un vento fresco da nord che ci spara fuori dallo stretto a tutta velocità!

Un tipico incontro da queste parti: una barca per la pesca al pesce spada

...ed adesso arriva il secondo problema: ora il vento da nord diventa un nemico, perchè tocca risalirlo di bolina e sopratutto nel Golfo di Taranto può dare delle belle onde (come abbiamo avuto modo di apprezzare l'altra volta con Shaula3), ed indovinate? I bollettini danno vento forte (beh, diciamo sui 20 nodi) per la prossima notte! Che si fa, si continua sperando in bene, o ci si ferma in uno dei rarissimi porti calabri ad aspettare condizioni migliori?

Stay tuned! (ovvero: il seguito alla prossima puntata!)
 

6 Luglio: tappe forzate!  No, non nel senso di navigazione a tutti i costi, ma di tappe, cioè SOSTE forzate, cioè imposte da cause fuori della nostra volontà!

Capita. A noi capita spesso, che si tratti di cattivo tempo o, molto piú raramente, di un problema tecnico, spesso ci capita di rimanere bloccati in un porto anche per diversi giorni.

A volte, se il porto è gradevole, ci può essere anche una componente di pigrizia, il cattivo tempo diventa un pretesto per star lì a godersela.

Ci sono anche posti che sono un po' una trappola per marinai pigri, perchè hanno condizioni meteo locali che scoraggiano la partenza, e magari poche miglia più in lá il tempo è tutta un'altra cosa.

A quale di queste categorie appartiene il porto di "Bocche di Gallipari", in Calabria?

Non certo nella categoria dei luoghi ameni, il porticciolo è piccolino, privo anche dei servizi minimi ed il negozio più vicino (peraltro molto ben fornito) è ad un paio di chilometri a piedi.

In compenso siamo ormeggiati tranquilli, in attesa che cali un po' il vento che ormai da diversi giorni soffia da Nord/Nord-Ovest sul golfo di Taranto; solo che il tempo non si decide, e quì il luogo è ameno quasi come essere ancorati in una marsa del Mar Rosso (e guardando fuori la montagna di sabbia che nasconde l'entrata del porto, col fanale verde piantato su un blocco di cemento e letteralmente appoggiato - storto - sulla duna, si nota qualche somiglianza, mancano solo i dromedari!).

Vabbé, speriamo di partire domani...
 

8 Luglio: le barche a vela, si sa, solitamente hanno una deriva, quella lama variamente sagomata appesa sotto lo scafo e che serve a non farla scarrocciare troppo quando naviga di bolina.

Ci sono barche di foggia classica che non hanno la deriva, ed infatti di solito bolinano come paracarri...

Noi siamo un po' una via di mezzo, la deriva ce l'abbiamo ma è girevole, cioè può essere sollevata fino a rientrare completamente nello scafo. Questa furbata pazzesca, comoda quando si frequentano bassi fondali, scogliere coralline e simili, pone qualche problema tecnico al cantiere, in particolare due:
1) come sollevare la deriva con uno sforzo ragionevole, e
2) come evitare che la deriva oscilli attorno al proprio asse, facendo un baccano terribile!

Bene, su questa barca sono riusciti a fallire miseramente su entrambi i fronti, il sollevamento avviene per mezzo di un cavo d'acciaio attaccato ad un paranco attaccato ad un winch attaccato ad un nerboruto membro dell'equipaggio, senonchè il cavo si è spezzato ed è stato riparato in qualche maniera, ed è già un grosso risultato sollevare la deriva parzialmente!

Ma le vibrazioni sono il lato peggiore: violentissime, specialmente quando c'è onda e la barca avanza rollando, oppure quando parte in planata con la deriva che frulla attraverso l'acqua facendo un baccano che pare debba staccarsi da un momento all'altro!

D'accordo che anche se la deriva si stacca noi stiamo dritti lo stesso (la zavorra non è mica attaccata alla deriva, noi ce l'abbiamo dentro lo scafo, tié), ma mi piacerebbe non perderla per strada e portarla a casa, così quest'inverno potremo studiare una soluzione (e non sarà facile!).

Quindi, meglio cercare di evitare i traumi...
 

10 Luglio: un brindisi, perché:

- siamo arrivati a Brindisi!
Si lo so, questa è proprio di bassa lega, ma in realtà Brindisi ed il suo Marina stanno acquisendo le caratteristiche di una tappa inevitabile nei nostri percorsi da queste parti: è moderno e c'è sempre posto, c'è anche il distributore, c'è un buon ristorante, ora c'è anche un supermercatino, ci sono delle buone docce, e seppure per caso è quì che abbiamo concluso il nostro giro del mondo quattro anni fa.

- siamo in Adriatico! Almeno il mare è quello della destinazione finale, anche se la strada da fare è ancora lunga.
Purtroppo è un mese che il vento soffia da nord, anche la corrente che di solito va verso sud a circa un nodo ora ne fa piú di due, e così si stà creando una situazione simile al Mar Rosso, dove il vento è contrario per 6 mesi di fila, e ci si rifugia in porto per saltar fuori e fare una tappa verso nord non appena il vento cala.

- Abbiamo fatto 650 miglia, cioè suppergiù i due terzi del nostro viaggio di trasferimento.
Tra le note positive, la barca naviga proprio bene e tiene molto bene le onde, tra quelle negative in particolare il gioco della deriva, che quest'inverno richiederà una cura radicale.

- Un brindisi perché ci va di farlo, quasi tutte le sere quando non siamo in navigazione una scusa per condividere una bottiglietta di prosecco l'abbiamo trovata!
Poco fa è venuta ad ormeggiarsi accanto a noi una vecchia barchetta Finnsailer, uno scafo nordico molto marino e poco invelato, sicuro ma non certo veloce; a bordo 3 vecchietti all'apparenza imbranatissimi, sono arrivati da un vicino porto a nord di quì ed hanno deciso di entrare a Brindisi perchè secondo loro c'era troppo vento (che per loro era favorevole), non hanno chiamato il Marina per radio perchè "devono vederci arrivare" (forse non sanno usarla, la radio), non sapevano come collegare l'elettricità di banchina, hanno fatto una manovra di ormeggio impacciatissima, ma vivaddio sono in barca invece che su una panchina del parco a dar da mangiare ai piccioni!...
 

13 Luglio: ieri siamo arrivati a Vieste dopo una sola notte in mare da Brindisi.

L'idea era di valutare l'opportunità di saltare la tappa di Vieste e proseguire fino a Pescara, ma dopo molte ore a sbattere contro onde e vento esattamente in prua, eravamo stanchissimi ed abbiamo deciso di fermarci.

Quì la situazione stà sempre più assomigliando al Mar Rosso: o il vento non c'è proprio, o se c'è è contrario ed alza subito un mare corto e fastidioso. In più rispetto al mar Rosso, quì c'è anche una corrente da nord verso sud che in teoria dovrebbe essere inferiore ad un nodo, ma in questi giorni ha spesso superato i due!

...ed allora vale la tecnica buona per il Mar Rosso: quando il vento soffia (contrario) ci si ferma in un posto ridossato, ed appena il vento cade si parte verso nord (tipicamente a motore, perchè il vento non c'è).

Stavolta dunque, tappa a Vieste, che stà rapidamente diventando un'altra tappa obbligata nei nostri trasferimenti nord-sud o viceversa nel Mare Adriatico; per la prima volta in questo viaggio, c'è una atmosfera decisamente vacanziera, sia in paese che in porto, dove molte barche fanno base quí di notte, e di giorno escono per andare nelle cale vicine per un bagnetto o per visitare le numerose grotte.
Ora è sera tardi, e su molte delle barche vicine si chiacchera allegramente.

Noi invece stiamo aspettando un meteo appena passabile per toglierci dalle p***e e dirigerci verso nord, non è chiaro se domani sará il giorno giusto, si vedrá!
 

16 Luglio: Ozi di Capua?  Per non far la fine di Annibale (era Annibale, vero?...) ed impigrirci in porto, al primo segno di miglioramento del meteo siamo partiti!

Ora stiamo inzuccandoci sulle onde, col vento rigorosamente contrario, ma intanto fino alle Tremiti ci siamo arrivati (dovremo fermarci a vederle, una buona volta!) e piú ci allontaniamo dal Gargano e meno vento dovrebbe esserci, stando ai file GRIB scaricati stamane.

Intanto quei terroristi psicologici di Split Radio parlano di colpi di vento a 50 nodi per stanotte... (si spera sul loro lato dell'Adriatico...)
I loro bollettini si distinguono sempre per pessimismo, speriamo in bene...
 

17 Luglio: il tratto di costa dal Gargano ad Ancona ha una delle piú alte concentrazioni di pescherecci che abbiamo mai visto (beh, in Italia perlomeno!), e questo aiuterà a tenerci svegli nella seconda notte di navigazione.

Ormai stiamo decisamente puntando a fare una sola tappa da Vieste fino a Jesolo, il ché comporterá una TERZA notte in navigazione (ed ancora non abbiamo del tutto riacquisito i ritmi della vita di bordo, ma rispetto alle comiche dei primi giorni....

Domani saremo al largo, fuori copertura: a risentirci venerdí, dunque!
 

19 Luglio: dopo una terza, finalmente tranquilla notte in mare, siamo arrivati a Jesolo.

Nelle ultime ore abbiamo navigato col motore al minimo per evitare di arrivare col buio, ed infatti alle 8 eravamo davanti all'ingresso del Porto di Jesolo, giusto per scoprire che il nostro posto era occupato!....

Vabbè, ci siamo ormeggiati da un'altra parte, e con calma abbiamo cominciato a raccogliere il materiale da portare a casa.

Incredibile, ma è caldissimo, il caldo peggiore di tutto il viaggio, proprio nella località più a nord: non c'è piú religione, decisamente!
 

Cliccate questo link per continuare la lettura dei lavori effettuati a Jesolo.
 

 

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Last Update: 07/09/2017

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