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Diario di Bordo #3: K.O. de'mondo.
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Ecco le novità, ecco le novità...

Il cielo è scudo labile, tenue: ammalia il vuoto, il nulla, seduce.
Avanza il lato oscuro, s'alza, s'innalza, abbaglia.
Mi ruba gli occhi ed ero cieco già...

Finisterre.

Si ok, io a Finisterre non ci sono ancora arrivato.

Ma secondo me Giovanni Lindo Ferretti a La Coruna (si pronuncia corugna ma non mi riesce il cispolìno sulla N, cunténtes) non c'ha mai messo piede:
annus horribilis un piffero cosmico!

Premessa
Un paio di mesi fa a milano, maramaldeggiando felice in quel del parco di porta venezia, sostenevo che non può esistere un popolo più triste e cupo dei Galiziani, o Gallegos.
Nessuno può superare un popolo che ha eletto a proprio piatto tipico dei pezzetti di tentacolo di polpo spolverati di paprika, il purpo gallego per l'appunto (buono, tra l'altro).
Il popolo di Finisterre, la fine della terra.

Pensiero arrogante, per uno che qua non c'è mai stato, ma tant'è.

E stamane, dopo una navigazione notturna, l'ultima, la terza di fila, piuttosto complessa, mi svegliano alle sette per ormeggiare, quando siamo ancora nel canale de La Coruna, e mi guardo attorno: Genova in confronto sembra MIAMI!
Mi vengono i lacrimoni, al pensiero della caletta nella quale NON abbiamo ancorato perchè saremmo arrivati col buio, al bagno che NON mi farò, ed alla ben misera fine che regaliamo alla Traversata Dura #1 (350 miglia. La #2 sarà di 500, more or less: dobbiamo solo stabilire da dove farla iniziare...)

Tre giorni...
Minkia tre giorni!
Allora, il primo pesante, timonate dure, mare e vento tutto sommato ancora tipo Dinamico Duo, e un po' ci schiaffeggiano: orza di quà, poggia di là, cazza di su, terzarola di giù (terzarolaaaare! ossia ridurre le dimensioni della randa. manovra abbastanza fastidiosa ma che oramai mi riesce benissimo, mentre BESTEMMIO), cominciamo dopo un po' a capire che non andrà avanti a lungo, e diamo le prime possibilità di lavoro a Ibrahim, il timone a vento, che fa effettivamente il suo porco lavoro.
Principalmente fa un freddo becco, e passiamo la giornata a fare a gara a chi è più imbottito.
Piove, poi smette, poi ripiove, poi rismette, poi DILUVIA, poi rismette, bla bla bla.
Un paio di delfini si micromostrano, ma tutto lì.
Di notte il vento rinforza, e timono di tigna fino a mezzanotte, poi muoio.
Mi rivedranno solo la mattina dopo.
Sul tardi.

Secondo giorno bastardo, sventolate di non più di un quarto d'ora, e smettiamo un po' alla volta di crederci: si comincia a smotorare un po' qui e un po' là. Niente di particolare, tranne la sera, col vento che rinforza un po' e ci caschiamo di nuovo un paio di volte.
Comincio a odiare la vela, e per medianoche sono in branda, convinto che sia l'ultima notte da passare così.

Terzo giorno, ore sette...

-Delfini!
-...mnnnnnngh!
-No tonni!
-...mavvaffanculo
-NO DELFINI!!!
-MNNNNNNGH!
-NO TONNI!
-muori...
-Delfini E tonni!
-...arrivo.

Ovviamente non vedo nè i delfini nè tantomeno i tonni, ma oramai son sveglio, e mi accorgo di due cose:

primo, di vento NON CE N'E' PIU' (tant'è che qualche ora dopo pranzeremo in pozzetto, sulla tavola opportunamente APPARECCHIATA, bevendo e mangiando nella più totale tranquillità), quindi smotoriamo senza vergogna sui sei nodi abbondanti

secondo, comincia a fare CALDO!

La spagna si avvicina allora!

Abbozzo qualche timido tentativo di tintarella, poi rosolatomi eccessivamente il cranio crollo sottocoperta a leggere Erodoto (giuro: Erodoto!)

Verso le cinque di pomeriggio, mentre sono ancora giù che chiacchiero amabilmente di vini francesi con l'intero pantheon greco causa insolazione, odo la Comandanta esclamare, con vocino flautato:

TERRA, TERRA!!!!

La spagna!!!

...Boia se è lontana!

Va beh, è lontana ok, ma almeno c'è, la traversata sta finendo, cominciamo tutti a sentirci decisamente arrivati: l'atmosfera si rilassa.

Anche perchè da fare ce n'è poco, solo darsi un'occhiata in giro a titolo vedetta (ufficialmente per sopravvivenza, in realtà è per fare qualcosa: se smotori da più di dodici ore l'idea di fare a pezzi l'equipaggio e poi coi resti scolpirci le tessere del dòmino comincia a sembrarti un'idea davvero figa), leggere, appunto, o tirare testate alle paratìe (più intasare il cesso con una palla di scottex, ma quella è una genialata mia di oggi)

Alle sei, sono ancora giù a farmi beatamente i cazzi miei (il sole, tra l'altro, disertava da un po', quindi niente abbronzatura ed in cambio di nuovo un freddo becco), quando la Comandanta, in vena di visioni, urla:

LAGGIU', SOFFIA!

Scopro di essere figlio della sorella di Ahab e schizzo fuori a vedere Moby Dick.

Ca**o la balena! Vista poco, INTRAvista per lo più, ma quindici metri di bestia.
Ma ha fatto tre spruzzi e se n'è andata, peccato.

Niente spettacolo per il vostro mozzo preferito?

Nooo, tranquilli, perchè mentre il Vostro se ne stava dietro il timone, a ragionare sull'essere e il divenire aspettando la mezzanotte (ossia l'ora di nanna: da lì in poi hanno facoltà di svegliarmi solo per manovre improvvise e pesanti. E lo fanno, lo fanno spesso. Stanotte, anche se me la menano tanto, in pratica non ho chiuso occhio, sniff), si guarda un po' in giro e sente un tonfo strano alla sua sinistra: butta l'occhio e non c'è nulla.

Bah...

Tonfo.

Qualcooooosa...

Tonfo.

Delfini!!!! Woh! Tocca anche a me allora!

Sembrano un paio, giocano un po' a poppa poi si spostano a prua.
Li seguo per vedermeli un po'.
Due?

TRENTA!

E fanno spettacolo per mezz'ora!

Non so dov'ero in quel momento: c'erano solo loro.

Arriva mezzanotte, filo in branda, mi svegliano un tre volte (per terzarolare, appunto), poi cerco di sonnecchiare fino all'arrivo.

Oggi!
Lo spettacolo è quello sconfortante di cui sopra, ma il porto pare pulito, i tizi della capitaneria sono capaci e gentili, soprattutto è TERRA, i Comandanti si mettono a nanna, io scatto qualche foto e poi vado a radermi.

Una volta fatto, mi sciaquo, e mi rimetto gli occhiali: oh, ma che macello ho lasciato!
Eh no no, qua ci vuole proprio una bella asciugata!
Ecco, un bel po' di scottex, su che assorbe bene e in fretta, come diceva sempre la prozia Adelina, pace all'anima sua, ooooh là, adesso appallottoliamoli, strizziamoli e (ta-daaaan) via nel water!

La palla di carta fradica parabola al ralenti verso la tazza del cesso,
zum zum zum zum zum zum zum.

Una mano, inconfondibilmente MIA, comincia ad agire con familiare decisione sulla pompa dello scarico, e inevitabilmente: plump...sgluurg.

COMANDAAAANTEEEEE! Lorenzo ha intasato il cesso!
(spia di una comandanta, maledetta!)

Bestemmie, imprecazioni, tentativi, leve che non si chiudono...
No no, vi risparmio la trafila arriviamo al dunque: Lorenzo con maschera boccaglio e muta, una torcia e un cacciavite in mano.

...no scusa: cioè bagnetto?

SI, BAGNETTO!

Il mio primo bagnetto nell'OCEANO ATLANTICO avviene qui, stamane, nell'acqua gelida del porto di La Coruna.

C H E S C H I F O ! ! !

Passo mezz'ora immerso in quello che per bontà d'animo chiameremo acqua (quindi in fin dei conti il mio desiderio di nuotare entro oggi si è anche avverato, lo stronzo), a ravanare col cacciavite tipo trapano nella valvola di scarico, mentre il Comandante dà istruzioni e la Comandanta pompa, e alla fine ce la facciamo, sblop!

Completamente in ipotermia esco da... dall'acqua, e mentre il Com. mi tiene a distanza col getto - ghiacciato - di una doccetta, mi tolgo la muta e mi espongo alla brezzolina polare che da un'oretta aveva preso a soffiare.
Voglio morire.

Verso le quattro, per ripicca, decido di concedermi un giretto solitario per la città (ve ne parlo un'altra volta, ma è veramente carina sopra ogni aspettativa, ho fatto badilate di foto a caso), fino a raggiungere la spiaggia: non volevo farci nulla, un bagno me l'ero promesso per domani maaaa...

URGH!

L'insopprimibile picco ormonale regalatomi dalla sabbia galiziana (no, io non sono ancora a Finisterre, ma G.L. Ferretti a La Coruna non c'è mai arrivato) mi ha fatto volare fino in barca!

costume

telo

du ciabatte

e
sentiteComandantiiostareiviaunpo'senzacellularetral'altromatranquilli
tempounpaiod'oreetornoandatepureafarelaspesaciaociaoooo!!!

Ah, quanto ben di dio!

Si, senza occhiali non vedevo una beneamata, e dopo un po' ho cominciato a concentrarmi di più sulla nuotata che tuttosommato mi volevo fare che su tutte le carni abbronzate e umide attorniantimi, ma le umidezze bronzee c'erano e non accennavano a scomparire (test postumi insolazione, passato), yuppi!

Questo a beneficio dei maschietti.

Che ora possono continuare a sbavare mentre marciano impavidi verso l'agenzia di viaggi più vicina (ragazzi, qua attorno c'è anche un aereoporto, quindi è un attimo)

Io intanto mi dedico alle fanciulle: amiche mie adorate, seguite gli sbavatori, perchè qua ce n'è anche per voi!
Si, lo so: lo spagnolo è geneticamente tamarro, ma qua, anche con i miei nuovissimi e guizzanti muscoletti da karateka impazzito, mi sono sentito DECISAMENTE in inferiorità plastica!

Porca putrella che gente!

Probabilmente perchè qua, a differenza di posti tipo Jesolo, o Rimini, Riccione e str***ate varie, la gente ci vive proprio, è una città, grande anche, quindi...nuotano.
Più i maschietti che le femminucce temo, le quali in effetti tendono al gordarello, ma vabbeh...

Detto per inciso l'atlantico è VERAMENTE gelido! E ti lascia addosso qualcosa, un brividino potente che il mediterraneo non ha.
Febbre, probabilmente, o polmonite.

Ora come ora credo di aver scritto decisamente anche fin troppo, ma tre giorni sono tanti, e questi diari servono più a me che a voi, sicuramente, quindi credo di aver raggiunto un bel punto, per quanto mi riguarda.

Per quanto riguarda voi... boh!
Vi strabacio e vi apprezzo,
Lore
p.s.: di purperìe qua in giro non ne ho vista UNA! Tutte a Barcellona?
p.p.s: mi piacciono un botto, sti p.s.!

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Last Update: 07/09/2017

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