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Diario di Bordo #5: L'Olandese Volante! L'OLANDESE VOLANTE!!!
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Shaula3

h. 21:40

42° 16' N
08° 49' W

La nuova parola del giorno è STRAMBARE.

Il sole sorge quando può e tramonta in stereofonia, nelle zone già raggiunte da questo servizio.

...Ok, l'anno scorso era l'anno delle ILLUMINAZIONI ("il mare è l'orizzooooonte, impari a ballare con la musica che sta suonaaaaaaando, accetti la sfiiiiiiiiida, passaggio alla maturitaaaaaaaaaaaà..." e bla bla bla) e questo è l'anno delle APPLICAZIONI (di pomate su calli-cicatrici-croste e cristoni).

Ok, l'anno scorso era una crocierina tocca-e-scappa-e-fa-turismo e questo è l'anno della navigazione dura e cativa che se non siamo a Gibilterra per il venti c'è da spararsi.

Ok, l'anno scorso si sciaguattava nel Mediterraneo, anzi, nel Tirreno, e quest'anno passiamo quatti quatti per il NORTH ATLANTIC OCEAN, d'accordo:
ok...

MA NON E' POSSIBILE CHE MI IMPASTROCCHIO DI CREMA SOLARE PER UN'ORA, MI APPENDO AL COLLO GLI OCCHIALI DA SOLE, STO IN PANTALONCINI E CANOTTA FINCHE' TIRIAM SU L'ANCORA E POI NON FACCIAMO NEMMENO IN TEMPO AD USCIRE DA CAPO FINISTERRE CHE CALA UNA NEBBIA TERRIFICANTE E GELATA E FRADICIA CHE ANCORA NON SI E' ALZATA, PORCA PUPAZZOLA!!!!
Dio benedica i radar, by the way...

Si Capo Finisterre, alla fine ci siamo passati.

Niente di che, devo dire: è bellissimo (e inquietante) il fatto che sembri un lago alpino (costa collinosa, profumo di fiori, ABETI!...)
-l'acqua era zozza e fredda
-la corrente e il vento erano tutt'altro che frenati
-detto per inciso è una banfa, NON E' l'estremo punto ovest d'Europa: Cabo Torinhana, poche miglia a nord, si estende un po' di più (e questo se parliamo dell'Europa continentale, perchè l'Irlanda va ben più in là...)
-ci hanno colonizzato ottanta mosche che ora stiamo cercando un po' alla volta di sterminare (regalando alla barca quel tocco di pointillisme che effettivamente le mancava)
-e, come degna conclusione, il ridosso al quale puntavamo è, ma guarda un po', è diventato un cementificio!
O qualcosa del genere.
Fattostà che vi titaneggia un GIGANTESCO cubo (di cemento) BLU!
Mah...

Abbiamo infilato un altro ridosso, che non ridossava ovviamente una cippa, e ciao.

Finisterre.
E dire che pensavo di non finirci.
E dire che mi lasciava così perplesso, l'incredibilmente soleggiato e garrulo luogo d'ispirazione per una delle canzoni più cupe dei C.S.I. (ora ho anche il sospettino di essermi sbagliato, e che il buon Giò Lindo parlasse di Finistère, capo analogo ma francese, anzi ovviamente in Bretagna. Cacchio mi tocca tornarci!... Chi viene con me?)

Certo, doppiata epica, meta storica, di quelle che fanno Marinaio Vero: buttar lì come niente un "Eravamo al largo di Cabo Finisterre con quaranta nodi di vento e mi stavo facendo un the verde al ribes quando..." è un po' un sogno, è come il canale di Panama, o Capo Horn (Il fatto è verissimo, en passant! Quaranta nodi di vento e shaula li ha retti a meraviglia: che mostro di barca, LA AMO!!!!)

Peccato che poi i pantagruelici 40, all'altezza del Capo, cioè quando il Comandante mi ha finalmente mollato il timone, abbiano CIPPATO totalmente!

... Dai un po' di vela...

... No, danne ancora un po'...

... Vabbeh dalla tutta...

... Ok, togliamole e basta: entriamo a motore (vergoooooooooooooogna!).

(e per stavolta, sia detto per inciso, IO me ne sono stato al timone, mentre ci si ammazzava: oh!)

Nel contempo il sole ha preso a PICCHIARE come un bufalo sardo (cattivissimi!), così mentre i Comandanti saunavano nelle cerate ho avuto anche il tempo di togliermi quattro o cinque strati ed evitare di morire, eroico ma inguardabile, liquefatto sulla ruota del timone.

Ormeggiata per le sette con una certa classe, tempo mezz'ora stavamo già mangiando tipo scrofe in umido!
Una giornata intera a timonare con forza 7 (e 8!) mette un discreto appetito, ciumbia!
Cena elegante, in pozzetto, da gentiluomini di mare qual siamo, yup!

[Flashback]: COG. 165°, waypoint OSLO... Carisma!!!

Ma Camarinhas? Che fine ha fatto? Saltata???
No, ci siamo stati, ci siamo stati, pesantina anche quella, col vento sui trenta nodi 'bondanti ed un mare bello incazzatino.
Fortuna che puntavamo per Oslo, e siamo riusciti a tenere una rotta decente...

Oslo.

Oslo sì! Ovverosia la "Carisma", la barca dei famosi vichinghi fanatici del bagnetto portuale incontrati a La Corunha (e non vorrei avergliela data io, l'idea: brrr!)

La Carisma!

Un paracarro a due alberi ma con un motore impressionante che fino alle Sisargas ha fatto la nostra stessa rotta, per poi strambare e scomparire sottocosta...

Senza Oslo ci sentiamo un po' persi, ma stiamo lavorando ad un processo di strambata cattiva, quindi abbiamo altro a cui pensare: in pratica allontanarci un botto dalla rotta prevista, tenendo il vento, poi virare violentemente e piombare perpendicolari sulla meta: una massacrata come
poche, ma diverte, diverte di brutto.

Arriviamo alle undici, distrutti, e diamo fondo.
Tolte le cerate ceniamo approssimativamente, poi litighiamo causa stanchezza.
L'acqua è VISIBILMENTE a 15 C°, sconfortante...
Ci si guarda in giro: costa alpina, du' gommoni e qualche barca...
...e, cento metri più in là, i tre enormi norvegesi che snuotacchiano felici!!!
Non so cosa ne pensiate voi, ma IO lo trovo scandaloso ed offensivo! 
(Sono definitivamente i miei eroi personali, quei tizi!)

Comunque, torniamo a noi: nebbia. nebbia. nebbia. E mare sciattino, 
sbuff!
Si smotora da stamattina, senza neanche essersi presi il disturbo di tirare su una vela: il vento è pressapoco ridicolo.
E di prua, ovviamente!
Quello che stavamo cercando di fare una volta salpati era arrivare alla Ria de Arosa, ma vista la situazione era dura, perchè l'imboccatura, sulla carta, sembra una vaschetta di stracciatella, e stracciatellarci (toh, ho appena seccato un'altra mosca, olè!) su scogli che non vedremmo nemmeno una volta finitici dentro coi denti risulta a tutti noi sgradevolmente seccante, disdicevole e poco utile.

Quindi ci dicevamo boh, forse tireremo avanti fino a Vigo o a Pontevedra, forse no, forse rimarremo a smotorare davanti ad Arosa aspettando che la nebbia si diradi, o forse verremo inghiottiti dalla colonia di mosche, non si sapeva: il futuro era incerto e svicolante...
(c'è ancora una mosca, merda!)

Alla fine abbiamo scelto Pontevedra, ridossata al vento di sud, che, pur semiassente, è pugnace, e farcito di ondina.
Il bastardo.
Appena diamo fondo comincia a soffiare da nord.
Il ribastardo.
Ma oramai abbiamo capito come funziona nell'oceano: due bestemmie da novanta ben mirate e la situazione è tornata ad uno stato di decenza.
Dalle altre barche cenni di approvazione e sputi da lupi di mare: siamo commossi alle lacrime!

Pontevedra: ennesimo paesaggio stile Heidi, ed un rigogliosissimo allevamento di cozze. Cheeeeeeeeeee fiko!
Che concime si userà per coltivare le cozze???
Queste sono le domande della vita!

E ora?
Ora la cosa più interessante che sembra profilarsi al mio orizzonte personale, a ben guardare, massacro entomologico a parte, sembra essere la cena: polpette in scatola e piselli, dalle cucine del Comandante.

Sono caldi, buoni non lo so, ma direi che a me basta!

UIRAPURO!
Baci baci, di mosche ne è rimasta una, ma piccola è cattiva, pare Rambo!
Lorenzo

p.s.: h. 16:10, 42°28 N, 09°05 W.
L'olandese Volante no, ma Lo Spagnolo Fetente si.

Due motoscafetti iberici 'sto pomeriggio hanno cercato di speronarci in allegrezza, sbucando dal nulla ad un centinaio di metri da noi!

Una festosa salva d'insulti e poi via, ognuno per la sua strada, alè.
Che allegre avventure regalano, le nebbie dell'atlantico!

p.p.s.: la rosa è gialla, la pelle è rosa, delicata la prosa del mio contorno, che sullo specchio delicato non è, frastagliato com'è...

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Last Update: 07/09/2017

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