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07/02/2008
Canale di Panama e riparazioni...
Le ultime due settimane sono state frenetiche: arrivati a Shelter Bay, abbiamo
dovuto subito preoccuparci di effettuare le riparazioni necessarie.
Particolarmente critica la riparazione delle crocette, che ovviamente richiedeva
la sostituzione di alcuni pezzi: per fortuna, abbiamo trovato un Canadese che
vive a bordo della sua barca a Colon e campa facendo riparazioni e regolazioni
ad alberi e sartiame. In pochi giorni ha fatto arrivare i pezzi dagi Stati Uniti
ed ha effettuato la riparazione!
Contemporaneamente noi abbiamo lavorato ad asciugare tutto all'interno della
barca ed a riparare i circuiti elettrici e gli apparecchi elettronici di bordo:
lavoro frustrante, molte cose tra cui il PC di bordo sono danneggiati in modo
irreparabile, e tutti gli interruttori sul quadro elettrico sono bagnati
all'interno e funzionano sempre peggio ogni giorno che passa!
Alla fine, proprio il giorno prima del passaggio del Canale, siamo riusciti a
riportare in vita la maggior parte degli strumenti elettronici; ancora da
risolvere la riparazione o sostituzione della capottina, distrutta dalle onde,
ed il rifacimento del pagliolo del pozzetto, perso in mare.
L'organizzazione porta tutti gli skipper a
vedere da vicino come funziona il Canale di Panama (nel nostro caso, và Baby
perchè io sono impegnato con le riparazioni): vedere le navi che passano con
pochi centimetri per parte è piuttosto impressionante!
Una nave transita dalla Chiusa di Gatun; tra
pochi giorni toccherà a noi!
Domenica 27 gennaio, si parte per percorrere il Canale di Panama! Le barche del
Rally passeranno in due gruppi di 15 barche, legate tra di loro a 3-a-3. Noi
siamo alla sinistra di un trimarano, e dovremo gestire le cime dal nostro lato
verso le pareti del Canale.
(sinistra) arriva il nostro pilota e (destra) ci
avviciniamo alla chiusa di Gatun nella più completa oscurità. (vedete la
nave li davanti? Neppure noi!)
Si arriva alla prima chiusa quando e' ormai buio, e mentre ci posizioniamo nella
chiusa viene giu' un acquazzone violentissimo! Tutto si conclude bene comunque,
e trascorriamo la notte all'ancora nel Lago di Gatun, che costituisce la parte
centrale del Canale.
Sveglia all'alba per ricevere un nuovo Pilota a bordo e partire attraverso il
Lago alla volta delle chiuse di Pedro Miguel e poi di quelle di Miraflores, che
ci scaricano nell'Oceano Pacifico. Alla luce del giorno sembra tutto piu'
facile!
Dorothy di "Neva", a bordo per aiutarci nel
passaggio, fotografa l'entrata nelle chiuse di Pedro Miguel
E' fatta, il Ponte delle Americhe ci dà il benvenuto nell'Oceano
Pacifico!
Arriviamo nel Marina dell'Isola Flamenco (carissimo e sporchissimo) dove
passeremo qualche giorno per rifornirci e cercare il piu' possibile di finire i
lavori d riparazione: ci attendono le Isole Galapagos, e da li la traversata
dell'Oceano Pacifico fino alle Isole Marchesi.
In QUESTA PAGINA
trovate il VIDEO del passaggio del Canale!
11/02/2008
MAREE ED INTERNET...
FLAMENCO Marina, oltre ad essere carissimo e sporco, e' anche sede di un altro
fenomeno fisico: il collegamento ad Internet che va e viene con la marea!
Qui infatti la marea ha una escursione ragguardevole, intorno ai 5 metri: quando
sprofondiamo giu' tra le mura del porto, il segnale non arriva piu'!
Non credo che avremo molta nostalgia di questo posto, anche se Panama non ci e'
dispiaciuta ed abbiamo potuto rimettere a posto Shaula per il proseguimento del
viaggio.
Panama City è costellata di grattacieli a pochi
metri uno dall'altro. Un grande contrasto col Barrio Antiquo (a destra)
La sorvegliatissima residenza del Presidente
della Repubblica di Panama.
Oggi si parte!
Prima tappa, le isole Las Perlas, dove ci fermeremo un giorno o due, poi una
settimana di mare per raggiungere le tanto sognate isole Galapagos!
20/02/2008
DELFINI, SULE ED IMPERATORI...
La traversata verso le Galapagos si stà rivelando lenta e faticosa, con piogge
frequenti e fortissime, mare e vento sempre contro, ed ora anche una corrente
che dovrebbe essere favorevole ed invece è contraria!
Per fortuna, prima di partire abbiamo improvvisato una specie di capottina con
un foglio di cellophane appoggiato sui ferri della capottina vera, tenuti su con
du' spaghi; Baby l'ha ribattezzata "la capottina dell'imperatore", perchè non si
vede e funziona solo se ci credi....
Al contrario di tutti gli altri equipaggi, abbiamo visto pochissimi animali; due
spettacoli speciali, però:
- un gruppo di delfini maculati si porta davanti alla barca e SBAM! saltano tre
metri in aria TUTTI INSIEME: uno, quello un po' pirla, si volta anche a schiena
in giù prima di ricadere in acqua.
Trenta secondi, e lo rifanno, poi io tento di tirare fuori la telecamera, e
quelli spariscono...
- una sula dal becco azzurro (ce ne sono 9 specie diverse alle Galapagos) passa
tutta la notte, nonostante la pioggia torrenziale, a fare esercitazioni di
appontaggio sul nostro pulpito: si porta parallelo a noi, lievemente più veloce,
e plana verso la prua; quando è all'altezza dell'albero, tira fuori il carrello
(pardon, le zampe palmate!) apre tutte le penne della coda a mo' di flap, ed
atterra sul pulpito, dove resta fino a quando un'ondata non lo caccia via, ed
allora ricomincia la manovra.
Una sula dal becco azzurro scrocca un passaggio
verso le Galapagos.
26/02/2008
PTERODATTILI?
A trenta miglia dalle Galapagos eravamo piuttosto nervosi: l'indicatore di
livello del carburante segnava zero già da un'ora, ed anche se la cavalleria era
in arrivo (nella forma di "Kaimin", una barca del Rally che ci stava venendo
incontro con due taniche di gasolio) temevamo di rimanere a secco con tutte le
conseguenze (spurgare il circuito del carburante, pulire i filtri, convincere il
motore a ripartire, chissà se riparte, ecc. ecc.).
All'improvviso, due pinne triangolari che gironzolano in acqua: due squaletti?
Poi, Baby avvista uno scoglio: neanche il tempo di cominciare a preoccuparsi, e
lo scoglio si immerge, sollevando una enorme coda fuori dall'acqua: baleeenaaaa!!
Un'altra pinna: di nuovo uno squalo? No, stavolta è una foca che prende il sole
a pancia all'aria ed al nostro passaggio ci saluta pigramente.
Altre foche, stavolta una decina almeno, che prendono il sole a pochi metri da
noi, e tartarughe marine che nuotano verso le isole ancora lontane.
Siamo finiti a Disneyland? Sembrano gli animatori di un parco tematico che
accolgono i visitatori!
Poi, di colpo, più niente. Intanto è arrivata la cavalleria, e possiamo
procedere a tutta velocità verso Puerto Ayora, coi nostri 40 litri di gasolio
che sciaguattano in fondo ad un serbatoio quasi vuoto!
La rada di Puerto Ayora non è molto riparata, comunque quì bisogna stare:
buttiamo giù due ancore, e guardiamo gli ENORMI pellicani che quì la fanno da
padroni: quando volano, tirano dentro il collo e sembrano proprio degli
pterodattili, perfettamente in sintonia con questo posto dalla fauna strana. Non
abbiamo ancora visto le tartarughe giganti e le iguane, ma per quelle c'è tempo!
09/03/2008
GALAPAGOS, GALAPAGOS!!
Già, le Galapagos: difficili da raccontare in poche parole!
Cominciamo dalle isole: sono tante, 5 o 6 che si possono definire grandi, fino a
50-60 Km di estensione, e qualche decina di isolette piccole e scoglietti vari.
Solo 4 isole sono abitate, e solo su Santa Cruz, dove eravamo ancorati con
Shaula nella Baia Academia, davanti alla cittadina di Puerto Ayora, gli
insediamenti si estendono per una parte importante dell'isola e non solo
nell'unico centro abitato.
Non ci sono "indigeni", le isole erano disabitate prima di essere scoperte, nel
1500 e rotti, dall'arcivescovo di Panama, nientemeno, finito quì spinto dalle
correnti mentre tentava di veleggiare verso il Perù (un attimino fuori rotta, il
vescovo!).
Gli abitanti sono quasi tutti equadoriani, molti immigrati
illegalmente negli ultimi 10-15 anni per lavorare sopratutto nel turismo o
coltivando la terra; hanno combinato un sacco di guai, importando letteralmente
centinaia di forme di vita (animali, insetti, piante) che alle Galapagos prima
non c'erano, ma il governo Equadoriano a quanto pare non ha le forze per
contrastare efficacemente questo problema (o non glie ne frega niente?).
Usano il dollaro americano come valuta, e questo la dice lunga sullo stato di
salute della economia equadoriana!...
Negli anni '30 c'era stato anche qualche insediamento di europei, chissà perchè
sopratutto tedeschi: famosa una certa baronessa che si era insediata coi suoi 2
(!) amanti su Floreana, suscitando l'irritazione di altre due famiglie
teutoniche che si trovavano già lì, e sparita misteriosamente insieme coi due
ganzi in una notte buia e tempestosa. Uno dei due venne poi trovato morto su
un'altra isola dove era giunto con una zattera di fortuna, ed anche i membri di
una delle altre due famiglie morirono poi in circostanze sospette,
apparentemente avvelenati... polpettoni da anni '30, per l'appunto!
Caratteristica principale degli abitanti del luogo: la puntualità non sanno
neppure che cosa sia, ed il turista è un pollo da spennare fino alla vista del
sangue! ...però sono gentili, questo si!
Le isole sono diverse da come me le aspettavo: sono vulcaniche, e nate in tempi
diversissimi, per cui qualcuna ha fatto a tempo a coprirsi di vegetazione
(mangrovie in riva al mare ed alberelli schenchegni in collina; arbusti su per i
vulcani), mentre altre sono ancora quasi pelate.
La costa settentrionale di Santa Cruz
Isla San Salvador vista dalla sommità di Isla
Bartolomé
(e si, questa scena l'avete vista prima, ricordate il film "Master and Commander"?)
Vulcaniche dicevo, quindi il terreno è formato da lava, di due generi, quella a
lastroni piatti, facile-facile, e quella tutta sconvolta e che fa male ai
piedi...
Poche le spiagge, e battute dalle onde.
Il risultato, visto dal mare, è di una selvaggia inospitalità: coste rocciose,
battute dalle onde, e poche spiagge con una forte risacca; esistono in realtà
alcuni ridossi accoglienti, che erano molto usati in passato dalle navi
baleniere che battevano la zona, ma ora sono perloppiù vietati.
Gli animali, motivo principale di interesse di questi luoghi:
A terra, prima di tutto, lungo le rive, iguana di mare a centinaia: se ne stanno
come se fossero in posa, ferme con la testa rivolta verso il sole, a scaldarsi;
altrimenti, scavano buche nella sabbia dove poi deporranno le uova.
Nuotano, e vanno sott'acqua anche fino a 20-30 metri a mangiucchiare le alghe
sugli scogli.
Non sono grandi come mi ero messo in mente, diciamo 40-50 centimetri il corpo ed
altrettanto di coda le più grosse.
Principale problema: cagano alla grande e sono abbastanza mimetiche col terreno
scuro, bisogna stare molto attenti a dove si mettono i piedi!!
All'interno, iguana di terra: si distinguono perchè sono gialle invece che
grigie, ed al contrario di quelle di mare, che amano stare in gruppo, sono
fortemente territoriali: ne abbiamo viste due litigare per il possesso di un
praticello!
Sulle spiagge, ma anche sulle coste rocciose, i leoni marini (leoni marini e non
foche, si distinguono perchè hanno le orecchie visibili): appena ti avvicini,
fanno il morto, e dormono alla grande in posizioni da fare invidia a micia.
I primi li abbiamo visti quando stavamo imbarcandoci sulla nave da crociera,
sdraiati sulle panchine dell'imbarcadero! (decisamente da queste parti gli
animali non hanno paura dell'uomo!).
Ho omesso di parlare dei granchi: anch'essi grossi,
coloratissimi ed onnipresenti!
...e le tartarughe giganti? In realtà, quelle non si vedono: vivono in zone
remote, su per le montagne (vulcani, più esattamente) e le gite turistiche lì
non ci vanno, per cui le uniche le abbiamo viste al Centro Darwin, dove le
allevano per poi riportarle nelle isole di appartenenza.
In aria, o a terra lungo le coste, uccelli di ogni genere: i più caratteristici
di queste parti sono le Sule, o "Boobies" come le chiamano in inglese ("Piqueros"
in spagnolo). Ce ne sono di tre specie: i "blue-footed boobies" che hanno le
zampe (palmate) blu ed il becco azzurro, i "red-footed boobies" che hanno il
becco azzurro e le zampe rosse e volano molto al largo per pescare (e per due
notti mentre arrivavamo ne abbiamo avuto uno a bordo, appollaiato sul pulpito di
prua!), ed i "boobies" normali, che non se li fila nessuno.
Hanno uno sguardo vagamente tontolone che li rende simpatici, anche se in realtà
sono delle efficacissime macchine da pesca: si tuffano da grande altezza in
perfetta linea retta, immergendosi diversi metri e rimanendo sott'acqua parecchi
secondi.
Decisamente antipatiche, invece, le Fregate: superbi animali dal volo molto
elegante, ma con uno sguardo da carogna che del resto è in linea col loro
comportamento molto aggressivo.
Simpatici gli Albatross delle Galapagos, con la loro buffissima danza di
corteggiamento a colpi di becco.
Una coppia ha volato per ore vicino a Shaula, comunicando con buffi suoni emessi
battendo velocemente il becco.
Infine, i Pellicani che la fanno da padroni a Puerto Ayora: enormi, anche due
metri di apertura alare, volano in fila indiana in gruppi di una decina,
perfettamente equidistanti. Quando si tuffano sembra un atterraggio di fortuna,
in realtà non si immergono col corpo ma solo con la testa, e quando si rimettono
dritti lo fanno con un buffo agitar di ali che li fa sembrare un "transformer"
dei cartoni animati.
Alle Galapagos tutti gli animali sono enormi, anche i pellicani!
Deludente la fauna marina: a causa della continua risacca non abbiamo avuto
quasi mai una decente visibilità, mentre altri sono stati più fortunati ed hanno
avvistato anche gli squali martello che abbondano da queste parti; noi invece
abbiamo dovuto accontentarci dei piccoli di squalo che nuotavano sotto la barca
la notte a Puerto Ayora.
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