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 Il Rally


 

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RALLY SI, RALLY NO...

Un'altra domanda che riceviamo frequentemente: siete soddisfatti dell'esperienza del Rally? Tenuto conto del costo piuttosto elevato, vale la spesa? Non è troppo rapido fare il giro del mondo in meno di due anni?

 Il principale motivo per cui abbiamo deciso di partire con un Rally era la nostra mancanza di esperienza di navigazione su grandi distanze, per cui ci è sembrato utile disporre della doppia "rete di sicurezza": la (relativa) possibilità di aiuto reciproco navigando in gruppo, e la presenza di un supporto logistico/amministrativo all'arrivo in porto.
 
Abbiamo l'impressione che un po' tutti gli equipaggi del Rally avessero motivazioni simili, ed infatti non a caso nella seconda parte del viaggio, dove la navigazione è molto più "libera", molti equipaggi (forti della esperienza pratica nel frattempo acquisita) cominciavano a manifestare insoddisfazione nei confronti del livello di supporto fornito dal Rally ed a chiedersi se non avessimo buttato i soldi!

IL COSTO: all'epoca, sia il BWR che il World-ARC costavano all'incirca 10.000 Sterline (15.000 Euro), certamente una cifra importante, anche se include il costo del transito nei Canali di Panama e Suez (ma praticamente nessun'altra spesa, come porti, cene in compagnia, gite turistiche, a meno che non siano offerte da qualche autorità locale).

Contrariamente a quanto pensato da alcuni, ci sembra che il prezzo del Rally sia congruo con i costi; mandare una persona (o a volte due) in giro per il mondo per un anno e mezzo, costa parecchio: gli introiti del Rally ammontano a meno di 225.000 Euro l'anno (calcolando una trentina di barche ed un Rally ogni due anni) e tolte le spese non avanza molto per farci campare un gruppo di 3 o 4 persone.   Poca sorpresa che i partecipanti al Rally avessero spesso la sgradevole impressione che gli organizzatori fossero molto più attenti a procurare condizioni di favore per loro stessi, piuttosto che per noi!

Dire che un Rally non potrebbe realisticamente costare di meno non significa necessariamente che siano soldi ben spesi, e quì la sentenza si fa difficile!

LA DURATA: il Rally dura circa 20 mesi, che sono il tempo minimo per effettuare una circumnavigazione lungo gli alisei con una imbarcazione medio-piccola, tenuto conto della possibile velocità media, della necessità di evitare le stagioni degli uragani e lasciando, nel contempo, un ragionevole tempo per visitare i luoghi toccati dal viaggio.   Sono solo due anni, è vero, ma sono a tempo pieno: molti di quelli che impiegano più tempo, in realtà fanno il viaggio a tappe, tornando a casa (o fermandosi a lavorare) per qualche mese all'anno.

Per la verità, se il Rally fosse stato a cadenza annuale, avremmo preso in seria considerazione l'ipotesi di trascorrere più tempo nel Pacifico, fermandoci per esempio in Nuova Zelanda (e magari tornando a casa per qualche mese) e poi unendoci al Rally dell'anno successivo allungando quindi il viaggio a 3 anni.   Quello che si sarebbe potuto fare è lasciare il Rally a metà (diciamo, in Polinesia), navigare con calma verso la Nuova Zelanda e poi l'Australia (eventualmente tornando a casa per qualche mese), poi l'anno successivo unirsi al Rally Indonesia per navigare in tutta calma verso la Malaysia e la Thailandia, e quì attendere il Blue Water Rally successivo per la tappa di rientro in Mediterraneo via Golfo di Aden e Mar Rosso: 4 anni in totale, con la possibilità di tornare a casa due volte per qualche mese. Eventualmente, facendo la transatlantica un anno prima, con il Rally Antigua o con l'ARC, si sarebbe potuto allungare il viaggio a 5 anni.

NOTA: recentemente il World-ARC ha annunciato che il loro Rally diventerà annuale, proprio per permettere ai loro clienti la flessibilità di gestirsi i tempi, saltando da un Rally all'altro.   Resta da vedere se ci sarà un numero sufficiente di partecipanti per alimentare un Rally ogni anno, ma si tratta certamente di una opzione interessante.

IL SUPPORTO: ci sono, nel corso del viaggio, 3 o 4 luoghi dove essere in un Rally organizzato fa veramente la differenza: ai Canali di Panama e Suez e nell'attraversamento del Golfo di Aden, in particolare, ma anche per navigare in Indonesia, dove le barche indipendenti sono malviste. Detto questo, il supporto fornito nelle altre tappe, a parte il far trovare un posto in porti solitamente affollati, l'organizzazione di qualche gita in gruppo e la convenienza di farsi portare ricambi e documenti importanti come bagaglio a mano dall'Europa, pur utile si rivela niente affatto indispensabile ed in effetti nella seconda parte del viaggio gli equipaggi tendono a far molto di più da soli.

Due aspetti che ci hanno francamente deluso:

- le conferenze preparatorie, dalle quali ci saremmo aspettati una miniera di consigli basati sulla esperienza dei precedenti Rally, ed invece ci è solo stata servita una sommaria descrizione dell'itinerario.   In effetti, sono sempre stati decisamente reticenti a parlare delle disavventure accadute in altri Rally, forse temevano di spaventarci e perdere dei clienti?

- gli accordi commerciali: con 30 barche che devono fare gli stessi acquisti, come carte nautiche e pilot books, kit di medicinali, polizze assicurative ed in alcuni casi anche vele, radio SSB e corsi di pronto soccorso o di uso della radio, esistevano tutte le condizioni per spuntare buone condizioni da qualche fornitore.   Lo stesso per i porti visitati durante il viaggio, o per le gite turistiche.
Invece, quasi sempre le "offerte" si sono rivelate mediocri, in alcuni casi peggiori di quelle che ciascuno di noi ha trovato in proprio, lasciandoci con la sgradevole sensazione che invece di negoziare sconti per noi avessero piuttosto negoziato una percentuale per loro...

LA CAMERATERIA: la partecipazione ad un Rally comporta implicitamente la navigazione in compagnia, anche se è perfettamente possibile fraternizzare con equipaggi incontrati durante il viaggio, e magari navigare insieme per qualche tempo; ovviamente dopo qualche tempo si formano gruppetti omogenei per prestazioni delle barche, o per interessi relativamente ai luoghi da visitare, o semplicemente per simpatia.

Resta il fatto che non potete scegliere il gruppo, solitamente è tutta gente appassionata di mare ed alla mano, ma abbiamo sentito di Rally dove sono scoppiati violenti conflitti caratteriali, che hanno un po' guastato la festa a tutti.

Inoltre, la lingua può essere un problema: la maggior parte degli equipaggi sono inglesi o comunque anglofoni, e gli italiani sono particolarmente rari, un buon inglese (o una notevole dose di faccia tosta, come nel caso di Baby...) è indispensabile per godere della compagnia.

BWR o ARC? Al momento, il dilemma si è risolto da solo, con la cessazione del Blue Water Rally e la decisione del World-ARC di fare una partenza all'anno.

I percorsi e le date dei due Rally erano molto simili fino all'Indonesia, dove il World-ARC si dirige verso il Sud-Africa per poi attraversare l'Atlantico meridionale, con una brevissima tappa a Sant'Elena (che può solo accogliere una manciata di yacht alla volta) prima di dirigersi alla volta del Brasile e poi dei Caraibi. In questa ultima parte il viaggio diventa molto veloce e perde i connotati della crociera, il ché rende il World-ARC più adatto a barche grosse con equipaggio al completo, piuttosto della classica coppia di pensionati 50-60enni che sembrano costituire la quasi totalità degli equipaggi del BWR.

Concludendo, se avete il tempo per viaggiare lentamente (o il vostro lavoro vi permette di interromperlo per veleggiare diversi mesi all'anno) decisamente viaggiate per vostro conto ed impiegate tutto il tempo che potete; se viceversa non potete dedicare al viaggio più di un tempo limitato, unirsi ad un Rally decisamente aumenta le vostre probabilità di successo e di sfruttare al massimo il tempo disponibile. In sostanza, esistono formule per tutti i gusti: il viaggio in Rally, veloce e senza soluzione di continuità, o viaggi più lenti, eventualmente alternando periodi di navigazione a periodi di lavoro o comunque di rientro a casa: L'IMPORTANTE E' PARTIRE!!

 

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Webmaster: Gianfranco Balducci - email: gfbalduc@tin.it

Last Update: 11/11/2014

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