Discesa
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VIAGGIO DI ANDATA, DA JESOLO A CORFU
DIARIO DI BORDO NO.1: TRADIZIONI, TRADIZIONI Ci sono alcune tradizioni, sia generiche marinaresche che nostre personali, che caratterizzano ogni nostra crociera, e dunque la nostra sortita di quest'anno non può fare eccezione! Allora, vediamo: - Ritardata partenza perché i lavori di preparazione della barca sono andati per le lunghe: FATTO - Partenza ulteriormente ritardata perché quando ben la barca era pronta, è arrivato un periodo di maltempo che non finiva più: FATTO - Piccolo ritardo supplementare per effettuare gli acquisti dell'ultimo momento di cibarie e beveraggi: FATTO (del tutto irrilevante che questi acquisti fossero in gran parte già fatti da un mese...) - finalmente, UNA MEZZA GIORNATA per staccare acqua ed elettricitá e togliere tutti gli ormeggi sostituendoli con cime a doppino, e siamo pronti a muovere: metti in moto, molla a prua, molla a poppa, avanti adagio, SIAMO PARTITI!! ...ma aspetta, mica abbiamo finito con l'elenco delle sf***e
tradizionali! Per esempio, manca ancora la: Gira la capa al ciuccio dunque, e si torna ignominiosamente al nostro ormeggio lasciato da appena un'ora! Si lavora sul pilota automatico, ma il bastardo riprende a funzionare senza che gli si sia realmente fatto alcunché per giustificare la "riparazione". Per me, è tutto per via delle tradizioni, ce l'ha fatto per evitarci di avere un guasto più serio quando fossimo stati più lontani dalla costa! Oh, naturalmente quest' ultimo ritardo una conseguenza ce l'ha avuta: nel frattempo, è finito il vento! Per cui si smotora garruli e pimpanti, nella vaga direzione di Ancona, poi visto che Nettuno sembra distratto, allunghiamo verso Vieste o le Tremiti, isolette che sono lungo la via. Meno male che abbiamo accostato per Vieste perché così facendo ci allontaniamo dalla costa di qualche miglio in più, quello che ci vuole per evitare la parte peggiore di un improvviso temporalone con tuoni e sopratutto FULMINI a gogò che si scatena al tramonto sopra il Conero, al largo di Ancona. Il mattino dopo, tutti i bollettini meteo si affrettano a prevedere per oggi il tempo che abbiamo avuto ieri, e visto che su tutto il Mediterraneo occidentale ci sono burrasche dal Forza 7 in su, si buttano a prevedere che per domani sera peggiorerà anche in Adriatico! Urge raggiungere un porto entro domattina, e quindi questo porto non può che essere Vieste. Dopo aver passato giusto un tre o quattro ore ormeggiati precariamente (MOLTO precariamente!) ad una boa di fronte a San Domino, una delle Isole Tremiti, giusto per riposare un pochino ma sopratutto per evitare di arrivare a Vieste troppo presto quando è ancora buio, ripartiamo e per l'appunto arriviamo a Vieste col chiaro, ed in men che non si dica siamo ormeggiati.
La notte, caso strano, il peggioramento previsto arriva davvero, e così la giornata successiva (oggi) passa tutta col vento che fischia tra gli alberi delle barche. C'era però in agguato un appuntamento con la sf*ga, anch'esso appartenente alle tradizioni di bordo: BABY CHE SI FA MALE, stavolta mettendo male un piede nel salire una scalinata e riacutizzando uno strappo che si era fatta pochi mesi fa! Ecco, adesso è proprio ora di andare sull'altra fase delle
tradizioni di crociera: avete presente, tipo: QUELLE IN CUI CI DIVERTIAMO? DIARIO DI BORDO NO. 2: GLI OZI DI VIESTE Vieste è una simpatica cittadina proprio all'estremità del
Gargano, con un porticciolo sempre accogliente.
L'Adriatico è pieno di porti, ma tutti gli altri bisogna andarci apposta, perché la rotta passerebbe al largo, questi tre invece te li trovi proprio vicino, e tipicamente ci arriviamo dopo aver navigato per due o anche, come stavolta, tre notti consecutive, e così: - siamo stanchi - le scorte di cibi freschi stanno finendo (è ora di fare la spesa) - il bel tempo che dura da quando siamo partiti sta per finire (beh, non sempre, ma spesso è così) Risultato: è ora di fermarsi! ...e siccome sono posti dove ci troviamo bene, poi passa la voglia di ripartire! L'effetto "ozii di Capua" funziona ancora alla grande 2000 anni dopo Annibale (anche se lui l'aveva fatta tutta a piedi, nonostante che i Cartaginesi fossero marinai formidabili, ma sto divagando!). Oggi siamo proprio in quelle condizioni: potremmo partire
verso sud, ma c'è ancora un po' di vento, che sarebbe un bene se non fosse che
ieri ha alzato onde! DIARIO DI BORDO NO.3: IN MEZZO AL MAAR, IN MEZZO AL MAAAAR... Dunque, ci eravamo lasciati col dilemma "partire, o non partire"; manco a dirlo, ha vinto il non partire, specialmente rafforzato dalla vista delle creste bianche delle onde fuori dal porto!... Ma la mattina dopo (ieri) non c'erano più alibi, vento leggero, sole, bollettino ottimista (perfino i Croati, solitamente pessimisti a livello di tragedia greca, dicono solo "niente da segnalare, manco un temporale, puah!"). E così, dopo aver preso i giornali, il pane e la focaccia freschi ed avere rabboccato i serbatoi d'acqua della barca, tocca proprio darci un contegno e salpare! Per dove? Shhh, non si dice MAI, perfino le navi a vela di una
volta dichiaravano solo di essere dirette "verso" una certa destinazione (non
conto le navi moderne, quelle sono la versione bagnata dell'autobus numero 60,
seguono il loro itinerario senza problemi),
e noi ci adeguiamo: andiamo "verso" sud, fooorse la Grecia, si vedrà.
E così eccoci qua, il giorno dopo, cioè oggi, dopo una nottata
relativamente tranquilla a parte i pescherecci che ci gironzolavano attorno, che
stiamo per passare davanti a Brindisi, da dove non seguiremo più la costa
pugliese in direzione...di quella roba che sta' dall'altra parte del Canale
d'Otranto! (ci sarebbe anche l'Albania, ma io stavo pensando più a Corf....
(Shhhh zitto! tenuto conto che l'ultimo componente della famiglia
partito da queste coste e diretto a quelle di fronte è stato silurato, un po' di
sana scaramanzia non guasta!). DIARIO DI BORDO NO. 2 BIS: PICCOLO IL MONDO! Ho dimenticato di parlarne, ma mentre eravamo ormeggiati a Vieste, passa un tizio sul pontile, e vista la bandiera belga ci domanda in francese "scusate, questa barca è un Légende 1040?". "Si perché ne ho avuta una anch'io, la numero 7" (la nostra è la numero 3, su un totale di appena 36 costruite nell'arco di pochi anni dall'ottantacinque in poi). Si attacca bottone, e risulta che il tizio adesso gira su un OVNI molto simile alla nostra vecchia Shaula3, e che l'ha comprato ad Arzal dallo stesso rivenditore dove l'abbiamo comprata noi, e nello stesso periodo in cui eravamo lassù anche noi ad allestire la barca. Facile che ci siamo incontrati, all'epoca! Si chiacchiera, si scambiano informazioni sui possibili luoghi da visitare in alto Adriatico, visto che hanno in programma di lasciare per l'inverno la barca in uno dei marina intorno Venezia, ci si ripromette di reincontrarsi. Abbiamo poi scoperto di avere lavorato
molti anni per la stessa compagnia e di esserci anche incontrati in passato,
quando entrambi lavoravamo sul progetto del telefono cellulare GSM (si, proprio
l'aggeggio infernale che ha cambiato il nostro stile di vita).
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