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SCUFFIATI!! (parte 1, come è successo)
Pur essendo nella fascia degli alisei, la zona di mare tra le Antille Olandesi e
Panama è tristemente nota per il vento forte ed il mare incrociato, e già da due
giorni stavamo avendone un buon esempio.
Rileggendo il giornale di bordo delle ore immediatamente precedenti l'incidente,
appare chiaro che la situazione era pericolosa, più di quanto il comportamento
sicuro della barca ci facesse credere: le onde più alte provenienti da poppa
raggiungevano i 5 metri ed altre di poco meno alte giungevano al nostro
traverso.
Più volte nel corso della mattinata le onde avevano allagato il pozzetto,
costringendoci a tenere il tambucio chiuso per evitare di allagare la cabina,
come era successo il giorno precedente. Nel corso del collegamento radio del
mattino, altre barche del Rally, incluso un Hallberg Rassy di oltre 50 piedi,
avevano riferito di disavventure simili.
Nella notte precedente il vento aveva superato i 50 nodi, ma nella mattinata era
diminuito fino a circa 25 nodi; navigavamo a circa 6 nodi con il solo genoa
arrotolato alle dimensioni di una tormentina e con il timone a vento, e stavamo
pensando di aumentare la velatura perchè la nostra velocità era in diminuzione.
Le onde erano più veloci di noi, e la barca non era mai partita in planata.
Non sappiamo con certezza cosa sia successo: io ero sottocoperta, e Barbara era
china su un winch, intenta a regolare la scotta del fiocco, dando le spalle alle
onde.
Quello che è certo, dalla direzione in cui sono avvenuti i danni, è che la barca
ha colpito l'acqua a grande velocità con un movimento "a cavatappi", in avanti e
contemporaneamente in rotazione, come è dimostrato per esempio dal salvagente a
ferro di cavallo, volato dal suo supporto sul lato sinistro del pulpito di poppa
fino ad andarsi ad incattivare attorno alle crocette (quindi volando in avanti e
contemporaneamente di lato). Lo stesso si è visto sottocoperta, con numerosi
oggetti che dalla zona cucina sono finiti addirittura nella cabina di prua!
La barca si è infilata nell'acqua con una grande velocità in avanti, spazzando
via o deformando tutto ciò che si trovava sul lato di dritta, e perfino ruotando
le maniglie di un passo d'uomo, che si è aperto. Il timone deve essere andato
alla banda, tirando sulle cime di comando del timone a vento al punto di
piegarlo!
Tutto sembra indicare che la barca sia partita in planata sulla cresta di un'onda
probabilmente più alta delle altre, acquisendo velocità fino a quando si è intraversata, infilando la prua in acqua e venendone frenata violentemente, per
poi essere sovrastata e ribaltata dall'onda che stava cavalcando.
Un'onda trasversale? Non credo, anche se esisteva un treno di onde quasi al
traverso ed occasionalmente piuttosto alte e ripide, non mi sembra che la barca
sia stata abbattuta da un colpo laterale.
Un'onda anomala? Può essere, certamente la barca non aveva mai dato segno di
partire in planata nelle ore precedenti, e le condizioni del tempo erano in
miglioramento, come pure la nostra velocità era in diminuzione, cosa questa che
casomai avrebbe dovuto ridurre il rischio di una planata. D'altro canto più
tardi nel viaggio ci è capitato, in condizioni simili, che la barca
sporadicamente partisse in planata, per cui forse non era necessaria un'onda
particolarmente alta, ma semplicemente la "giusta" combinazione di velocità ed
angolazione.
Una considerazione collaterale: tutti i Pilot Book raccomandano in questa zona
di tenersi almeno 100 miglia al largo per evitare il mare incrociato. La nostra
esperienza, come quella di alcune barche del Rally che si sono tenute molto più
sottocosta ed hanno avuto condizioni più miti, sembrerebbero indicare che questa
strategia è sbagliata o forse dipende da piccole variazioni della direzione del
vento.
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