20/08/2011
PIRATERIA...
Ai tempi
del nostro passaggio, non si erano
ancora verificati casi di sequestro ai
danni di yacht: i casi di attacco
avevano più la connotazione di rapine in
alto mare, rubavano denaro ed
attrezzature, e se ne andavano.
Proprio pochi mesi dopo il nostro
passaggio, hanno cominciato a
verificarsi i primi casi di sequestro di
yacht, ed anche l'area di azione dei
pirati somali si è considerevolmente
allargata.
Questa situazione ha raggiunto l'apice con il sequestro e l'uccisione dell'equipaggio dello yacht "QUEST" (leggete la storia in QUESTA PAGINA) e con lo stop del Blue Water Rally 2009/2011, che è rimasto bloccato a Salalah, da dove gli yacht sono stati successivamente caricati su una nave e portati in Mediterraneo, con grande costo per i rispettivi proprietari (leggete la storia QUI).
Recentemente ho ricevuto un documento,
prodotto da numerose associazioni che
hanno a che fare con la navigazione a
vela su lunghe distanze e che dà un
aggiornamento sulla situazione del
rischio-pirateria nel Golfo di Aden e
nel mar Arabico; potete scaricare il pdf
dall'indirizzo seguente:
http://xa.yimg.com/kq/groups/25523088/271916555/name/Piracy3.pdf
Riporto questa informazione sopratutto
per mettere in guardia gli amici che
sono attualmente in viaggio o che hanno
in programma di partire presto per un
viaggio intorno al mondo, perchè:
LA SITUAZIONE E' SERIAMENTE PEGGIORATA!
Riassumendo in breve:
- i pirati non sono più poveri pescatori
che si arrangiano per campare, bensì
vere e proprie organizzazioni criminali
che hanno dimostrato ultimamente un
grado di violenza e di totale
disinteresse per la vita umana
decisamente allarmanti.
- le forze militari presenti nell'area
sono limitate, ed il loro compito è di
proteggere il traffico mercantile, non
hanno risorse per proteggere gli yacht;
non esiste alcuna possibilità per gli
yacht, anche se in un grosso gruppo, di
essere scortati.
- forse
anche perchè gli attacchi alle navi si
stanno facendo più difficili, ora i
pirati attaccano anche piccoli obiettivi
come gli yacht
- realisticamente, una nave militare può
prevenire un abbordaggio solo se si
trova nelle immediate vicinanze; una
volta che un attacco ha avuto successo,
nessuna azione è possibile per non
mettere in pericolo gli ostaggi, che
possono venire uccisi al minimo accenno
di attacco, come è accaduto allo
sventurato equipaggio del "Quest".
- i pirati non operano più da vecchi
pescherecci, bensì utilizzano come base
alcune delle navi sequestrate, e possono
spingersi molto lontano dai loro porti
di partenza:
EPISODI DI PIRATERIA SI SONO
REGISTRATI FINO ALLA PUNTA MERIDIONALE
DELL'INDIA, ALLE MALDIVE ED ALLE
SEYCHELLES, VERSO SUD FINO AL MADAGASCAR
E VERSO NORD FIN NELLA PARTE MERIDIONALE
DEL MAR ROSSO, anche SOTTOCOSTA, IN
ACQUE TERRITORIALI DI ALTRI PAESI.
- in queste condizioni, le opzioni
disponibili per i circumnavigatori si
restringono sensibilmente:
a) dall'Indonesia o dalla Thailandia,
puntare direttamente verso la costa est
del Madagascar e da li verso Città del
Capo, per poi attraversare l'Atlantico
fino al Brasile e successivamente
raggiungere i Caraibi per un eventuale
ritorno in Europa: una deviazione molto
lunga ed impegnativa, ed esiste il
pericolo che anche questa rotta diventi
poco sicura se i pirati si spingono
ancora più a sud nella loro azione.
b) caricare lo yacht su una nave per il
trasporto dalla Thailandia (o altre
località asiatiche) fino al
Mediterraneo: soluzione purtroppo molto
costosa (nei dintorni dei 40.000 dollari
per uno yacht medio-grande)